PADULI – Sarà intitolata a don Peppino Diana, il sacerdote di Casal di Principe assassinato il 19 marzo del 1994 dalla camorra per non aver taciuto per “amore” del suo popolo, l’aula magna dell’Istituto comprensivo “Alessandro Manzoni” di Paduli, il piccolo centro in provincia di Benevento, situato lungo la dorsale appenninica nel tratto che lambisce i territori dei Comuni irpini dell’Arianese.
Una giornata, quella di martedì 8 maggio, all’insegna della legalità per rendere omaggio all’uomo e al sacerdote e per far sì che il suo esempio venga recepito soprattutto dalle nuove generazioni. Sarà, infatti, proprio un giovane studente, Francesco Rubino, peraltro sindaco junior di Paduli, che interverrà nel corso della manifestazione organizzata dalla scuola in collaborazione con la locale amministrazione comunale oltre che con la sezione di Benevento del Collegamento campano contro le camorre.
I lavori, che prenderanno il via alle 16.00, proseguiranno con gli interventi del Procuratore della Repubblica di Benevento, Giuseppe Maddalena, del sostituto Procuratore, Giovanni Tartaglia Polcini, del sindaco di Paduli, Michele Feleppa, del sindaco di Sant’Arcangelo Trimonte, Romeo Pisani, del parroco, don Enrico Iuliani, del preside della scuola “Manzoni” Eduardo Falbo e del coordinatore provinciale del Collegamento campano contro le camorre, Mario De Nicolais.
Non mancheranno di suscitare interesse le testimonianze di Emilio Diana, don Carlo Aversano e Marisa Diana, rispettivamente fratello, confessore e cugina di don Peppino Diana, nonché quelle di Leandro Limoccia, presidente del Collegamento campano contro le camorre, di Alfredo Grado, docente di Sociologia del diritto e criminologo, di Augusto Di Meo, testimone di giustizia.
