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    03/07/2024

L’emergenza-neve tra negligenze e impreparazione

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b_300_220_15593462_0___images_stories_palazzo_caracciolo.jpgAVELLINO – Dal 1973 la neve non cadeva così copiosa sull’Irpinia. Più a ritroso nel tempo, qualcosa del genere si verificò nel lontano 1956. In entrambe le circostanze, i mezzi per fronteggiare l’emergenza erano estremamente ridotti, ma come raccontano le cronache dell’epoca, nonostante gli innumerevoli disagi, la città reagì bene. Certo, era una società diversa, nel ’56 ancora fortemente agricola, ma ciò non spiega quanto accaduto dopo l’ultima precipitazione nevosa che ha interessato l’intera provincia dalla notte del 2 sino alla sera del 12 febbraio, quasi senza soluzione di continuità.

L’inizio. Venerdì 3 febbraio la città s’è risvegliata ricoperta di una leggera coltre bianca, poco più di 5 cm. Tanto è bastato a rendere impraticabili la maggior parte delle arterie cittadine. Eppure, il bollettino meteo parlava chiaro, ma nessuna precauzione è stata presa, nessun intervento è stato contemplato da parte di piazza del Popolo per garantire, quantomeno, la viabilità. Le macchine spargisale e gli spazzaneve sono rimasti a lungo nei garage. «Siamo stati presi alla sprovvista» - si è affrettato a dichiarare il vicesindaco, Gianluca Festa.

Il peggio non era ancora arrivato. Tra la notte di venerdì e le prime ore di sabato 4 febbraio oltre 40 cm di neve sono caduti sulla città capoluogo: è iniziata l’emergenza. Centralini del Comune e dei Vigili del fuoco in tilt: cittadini bloccati in ogni angolo della città. Alberi spezzati dal peso della neve, auto distrutte, impossibile circolare in periferia come al centro, intere contrade isolate. Nonostante l’allerta fosse stata lanciata la notte prima, il sindaco, Giuseppe Galasso, ha definito l’evento «eccezionale e fuori da ogni previsione». Da sabato in poi la città ha vissuto una situazione difficile. Addirittura gli accessi alla Città ospedaliera sono stati per ore ostruiti dai grossi cumuli di neve. Hanno sofferto in particolare le zone suburbane: da San Tommaso a Picarelli, da Borgo Ferrovia sino a Valle, passando per rione Mazzini, Quattrograna, Bellizzi e rione Parco. Interi quartieri sono sprofondati nell’isolamento, sotto il peso della neve. Peggio è andata nelle zone rurali: Contrada Bagnoli è rimasta bloccata per giorni.

La tregua e la nuova emergenza. Dopo alcuni giorni di relativa calma, le precipitazioni nevose sono riprese con rinnovata forza nella giornata di venerdì 10. Stavolta il Comune non s’è fatto trovare impreparato: il piano predisposto, con l’imponente dispiegamento di uomini e mezzi (oltre 50 tra ruspe, spargisale e spazzaneve, grazie al supporto di sedici ditte edili), ha limitato i disagi alla popolazione. Ritardi si sono comunque registrati negli interventi nei quartieri periferici, dove il ritorno alla normalità deve molto all’impegno di privati cittadini.

 

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