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    03/07/2024

Avellino, chiude per inagibilità il Parco Santo Spirito

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Una veduta di Parco Santo SpiritoAVELLINO – (Red.) È un’opera importante, anche bella. Ma a pochi mesi dall’inaugurazione il Parco Santo Spirito, la striscia di verde, con abbondanza di impianti sportivi, che da via Fratelli Troncone arriva fino alle spalle di largo Santo Spirito, non è più fruibile dai cittadini avellinesi. Gli uffici Asl di Avellino non hanno potuto rilasciare il loro nulla osta per la funzionalità dell’area verde.

L’apertura della stessa al pubblico fu possibile un anno fa con il rituale “permesso provvisorio”. Poi, la mancanza di una società di gestione cui dovevano essere affidati cura del verde, sorveglianza, gestione del parcheggio e cura e manutenzione degli impianti, ha comportato un rapido degrado del Parco: erbacce, servizi igienici indecenti, inutilizzabilità degli impianti sportivi.

Di fronte a questa situazione, ai responsabili dell’Asl di Avellino è toccato di vietare – proprio in questi giorni di caldo – l’utilizzazione di quello che non è altro che il primo tratto del Parco del Fenestrelle previsto dal Piano urbanistico cittadino. Parco che consisterà nella trasformazione di tutto il vallone del Fenestrelle in un grande giardino pubblico che affiancherà l’abitato di Avellino per tutta la sua lunghezza. In pratica, oltre dieci metri quadrati per ogni abitante. Una media da città nordeuropea.

È presumibile che il Comune di Avellino troverà subito il modo di far riaprire, con misure gestionali coerenti con lo spirito dell’opera pubblica, il Parco Santo Spirito del quale ci siamo occupati nell’inchiesta del collega Antonello Plati dedicata allo stato di abbandono delle principali aree verdi della città e che abbiamo intitolato Palatucci, Kennedy, Santo Spirito: il degrado dei parchi.

*  *  *

I tre principali parchi pubblici della città versano in uno stato di preoccupante degrado e desolante abbandono. Realizzati o riqualificati negli ultimi otto anni con ingenti investimenti, oggi queste strutture sono sempre più vulnerabili a continui atti vandalici, tra l’inerzia degli amministratori e lo scarso senso civico della popolazione.

Parco Palatucci Area verde di oltre  10 mila metri quadrati, fu realizzato nell'ambito del progetto «Avellino Città Giardino», ideato dall'allora amministrazione Di Nunno. Nel parco pubblico di via Visconti oggi i cancelli di entrata sono serrati dai lucchetti, ma attraverso le ringhiere divelte, ormai corrose dalla ruggine, l'accesso è ancora possibile. «La decisione di impedire l'ingresso – ricorda l'assessore ai lavori pubblici, Antonio Genovese – si è resa necessaria per motivi di sicurezza, dopo gli incessanti atti vandalici che hanno colpito il parco».

Inaugurato nel 2003, questo parco fu concepito come un impianto che si diversificasse dagli altri già presenti in città. Non solo una villa, come quella di Corso Vittorio Emanuele, e non solo un parco giochi per bambini, come quello già realizzato in via Colombo. Ma un vero e proprio centro di aggregazione sociale e sportiva, dove promuovere attività ludiche, socio-culturali e agonistiche. Il parco in passato ha ospitato diverse manifestazioni, tra le quali, annualmente, la rassegna musicale «Mas Fest», ed è attrezzato con un campo di calcetto, uno di hochey e una pista di pattinaggio. Dal 2003 ad oggi queste strutture non sono mai state gestite e questo ha incoraggiato il perpetrarsi di atti vandalici, rendendole completamente inutilizzabili. Tuttavia, fanno sapere da piazza del Popolo, è stata istituita una commissione ad hoc per valutare l'affidamento degli impianti sportivi, ma il lavoro dei tecnici procede con preoccupante calma. Inoltre, tra l'area verde e gli impianti sportivi sorge un fabbricato concepito come locale per spogliatoi, poi affidato in gestione all'associazione «Falchi antincendio», oggi ricettacolo di rifiuti e riparo notturno per persone senza fissa dimora. L'incuria generale, la vegetazione selvaggia e il deterioramento delle strutture disegnano un quadro eloquente, contaminato dal degrado e segnato irrimediabilmente dalla rassegnazione.

Parco Kennedy – Riconsegnato alla città da poco mendo di due anni, dopo un restyling architettonico e una riprogettazione della superficie del verde fruibile, il parco urbano di piazza Kennedy versa già in condizioni critiche. Inserito nel Pica (Progetto integrato Città di Avellino), per un importo complessivo di oltre 4 milioni di euro, il nuovo parco verde al centro della città, a causa del mancato perfezionamento dei lavori, sembra ancora in cerca di un’identità. In attesa che i 32 mila tra cespugli e rampicanti crescano per aumentare l'area verde e creare  refrigerio lungo il marciapiede di via Carlo Del Balzo, il deterioramento di parte dell'arredo urbano fotografa una condizione già allarmante. Nonostante la videosorveglianza, attiva dall’aprile dello scorso anno, gli atti vandalici non mancano: panchine divelte, altre imbrattate con scritte poco decorose e stessa sorte per le giostre del piccolo parco giochi per bambini.

«L'intervento di riqualificazione in piazza Kennedy – sostiene il vicesindaco, Gianluca Festa – con la progettazione e realizzazione del nuovo parco urbano ha rappresentato una conquista sia per l'amministrazione, che ha recuperato uno spazio ormai inutilizzato, sia per l'intera città, che ha di nuovo a disposizione un luogo di aggregazione». Una conquista che andrebbe tutelata da entrambi gli attori in gioco. «Da parte nostra – continua Festa – abbiamo istituito un servizio di sorveglianza con apposito personale dell'Acs, al quale si aggiunge il lavoro svolto dalla Polizia municipale e inoltre abbiamo affidato la gestione del verde a una ditta esterna per una maggiore tutela del patrimonio ambientale. Ai cittadini chiediamo collaborazione».

La condizione più allarmante riguarda, però, l'imponente struttura in acciaio all'angolo di via De Renzi. Non trovando ancora una sistemazione, in attesa di una gara pubblica per l'affidamento in gestione (il primo tentativo è fallito, il bando è stato recentemente ripubblicato), il futuro bar del parco è diventato un riparo notturno per persone senza fissa dimora e ritrovo quotidiano per consumare alcoolici. Coperte, indumenti, scarpe e una quantità impressionante di bottiglie vuote adagiate sulle scale e nell'atrio dell'entrata posteriore non lasciano spazio a equivoci. Davanti alla struttura del bar, inoltre, l'impianto idrico della piccola vasca  sembra aver smesso di funzionare, lo specchio d'acqua non è cristallino perché contaminato da rifiuti organici e involucri di prodotti alimentari.

Per quanto riguarda l'uso improprio della struttura, «ne avevamo già avuto comunicazione – dice il vicesindaco – e ci stiamo attivando, di comune accordo con l'assessorato alle politiche sociali, per arginare situazioni del genere».

Parco Santo Spirito – È il più giovane dei tre polmoni verdi della città ed è anche quello più grande. Il Santo Spirito, infatti, si estende su una superfice di oltre 120.000 metri quadrati, seguendo il percorso del torrente Fenestrelle. Progettato anch’esso nell’ambito del Pica, fu  concepito come «uno spazio dedicato interamente al tempo libero e alla fruizione totale di un luogo sinora sottoutilizzato». Inaugurato solo due anni fa, costato poco meno di 4 milioni e 200 mila euro, oggi rappresenta l’emblema dello spreco di denaro pubblico in città.

Tanto verde, piste ciclabili, un anfiteatro all’aperto, uno spazio giochi per bambini, una pista da jogging, un campo da tennis mai completato come quelli da calcetto e da bocce, un campo da rugby (che ospita le partite della squadra locale), un edificio da adibire a servizi, un altro da destinare a punto ristoro e poi, ancora da realizzare un maneggio e un itinerario a cavallo che, come era scritto nel progetto del Pica, «ricongiungendosi a quelli già tracciati sul Terminio e nel resto della regione, rappresenta una risposta ai desideri degli amanti dell’equitazione e della natura».

Oggi le situazioni più preoccupanti riguardano l’edificio che dovrebbe ospitare la palestra e gli spogliatoi a servizio del campo di rugby e il punto ristoro. Per entrambe le strutture non è mai stato pubblicato alcun bando per la gestione e  oggi sono totalmente abbandonate: i servizi igienici sono stati distrutti, le poche attrezzature presenti sono state divelte, e nei locali trovano quotidianamente rifugio senza fissa dimora e tossicodipendenti.

I segni del degrado anche qui sono evidenti. L’immobilismo dell’amministrazione comunale anche in questo caso è disarmante. Fate qualcosa. Fate presto!

Antonello Plati

 

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