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    03/07/2024

Chiudono i tribunali di Ariano e Sant'Angelo dei Lombardi

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Dall'alto, i tribunali di Ariano Irpino e Sant'Angelo dei LombardiAVELLINO – Il destino degli uffici giudiziari di Ariano Irpino e Sant’Angelo dei Lombardi è ormai segnato. Nei prossimi mesi (se non addirittura nelle prossime settimane) scompariranno i tribunali dei due centri irpini, che saranno accorpati – rispettivamente – a quello di Benevento e a quello di Avellino. Per anni il rischio di chiusura era stato scongiurato grazie agli interventi dei politici e degli amministratori delle zone interessate e grazie al costante impegno degli avvocati dei due fori. Negli ultimi mesi, però, ogni ulteriore tentativo di procrastinare la soppressione dei due tribunali si è scontrato con l’ostinata determinazione del governo dei “tecnici” che nell’intento di razionalizzare la geografia delle sedi giudiziarie ne hanno definitivamente decretato la scomparsa.

A questo punto sembrerebbero oziose le discussioni su ciò che andava fatto e su ciò che si sarebbe potuto fare. Certo è che probabilmente l’esito della vicenda sarebbe stato parzialmente diverso se gli sforzi dei politici e degli addetti ai lavori si fossero concentrati fin dall’inizio sulla individuazione di una soluzione “mediana” tra la chiusura e la sopravvivenza delle due sedi. Probabilmente, infatti, sarebbe stato più lungimirante aderire alla decisione di sopprimere i due tribunali a condizione, però, che ne fosse istituito un altro a metà strada tra Ariano e Sant’Angelo.

Da questo punto di vista sarebbe stata conveniente la proposta di istituzione di un tribunale a Grottaminarda, che, peraltro, già ospita l’ufficio del giudice di pace, uno dei più importanti della provincia per le caratteristiche logistiche ed il volume del contenzioso. E sarebbe stata certamente una proposta pienamente corrispondente a quella stessa logica di razionalizzazione delle sedi giudiziarie che ha determinato la chiusura delle due sedi. Il tribunale di Grottaminarda, infatti, avrebbe garantito sia un volume di contenzioso rientrante nei parametri ministeriali, sia il rispetto delle esigenze peculiari del territorio di pertinenza dei circondari di Ariano Irpino e Sant’Angelo dei Lombardi.

Purtroppo, così non è stato. Tutti gli sforzi si sono concentrati sulla richiesta di sopravvivenza delle due sedi giudiziarie, sebbene i dati oggettivi derivanti dalle statistiche delle loro attività stavano già ad indicare l’inizio della fine. Ad oggi non è dato nemmeno sapere se Ariano e Sant’Angelo conserveranno almeno una sezione distaccata del tribunale di Benevento e di quello di Avellino. Ma se anche questa ipotesi dovesse concretizzarsi, sarebbero trascurabili i benefici per gli utenti in quanto le sezioni distaccate non ospitano gli uffici della Procura, né trattano le cause penali e civili più importanti, a partire dai giudizi di separazione e dalle vertenze di lavoro. Per ora l’unica certezza è costituita dalla sopravvivenza degli uffici del giudice di pace di Ariano e Sant’Angelo, mentre scompariranno quelli di Grottaminarda, Mirabella Eclano, Castelbaronia, Lacedonia, Calabritto e Frigento, a meno che le amministrazioni comunali garantiscano le risorse finanziarie necessarie a farli funzionare.

Stando così le cose i disagi per i cittadini e per gli operatori del settore saranno enormi. Basti pensare alle distanze considerevoli ed ai collegamenti stradali non sempre agevoli, soprattutto nelle stagioni invernali. Basti considerare, ancora, gli ostacoli e le difficoltà che dovrà superare l’ufficio della Procura della Repubblica di Benevento che sarà chiamato ad indagare su un territorio che va da Guardia Sanframondi a Mirabella Eclano, o da Baselice a Scampitella. Analoghi disagi si troverà ad affrontare la Procura della Repubblica di Avellino, che avrà anch’essa competenza su un territorio vasto e con caratteristiche sociali, economiche e criminose completamente disomogenee. Né, infine, si comprende come il Palazzo di Giustizia di Avellino e quello di Benevento riusciranno a sopravvivere all’accorpamento. Entrambi, infatti, sono ospitati in edifici che già sono inidonei a far fronte alle esigenze attuali. Il rischio concreto, quindi, sarà quello di ingolfare ulteriormente l’intero sistema-giustizia che già di per sé è lento e macchinoso.

 

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