ARIANO IRPINO – Un’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ariano Irpino e condotta dalle Fiamme gialle della tenenza della città del Tricolle, ha consentito di interrompere un’attività truffaldina ideata da due pugliesi, P.E.L. di anni 50, nato a Foggia e G.C., di anni 51, nato a Biccari, in provincia di Foggia, e un’irpina, T.M.R., di anni 30, nata ad Avellino.
Il terzetto proponeva a giovani imprenditori (reperiti attraverso la rete web o con locandine e altri mezzi di pubblicità) allettanti guadagni nel settore dei servizi postali privati e in quello delle scommesse on line. Si trattava di affiliarsi a una rete in franchising gestita da due società – la “H” srl avente sede a Milano (dalle indagini, però, è risultato che nel capoluogo lombardo c’era soltanto un recapito di segreteria telefonica) – e la “I “srl, società satellite della prima. Per aprire l’attività, gli aspiranti imprenditori dovevano versare, all’atto della firma del contratto, cospicue somme di danaro che oscillavano da alcune migliaia di euro fino a 100 mila euro. Chi s’era lanciato nel settore finanziario delle poste private avrebbe dovuto avvalersi del marchio “Finposteitalia”. Mentre per le scommesse i marchi cui far capo erano “Giocarendita” e “Vinci per Sempre”. Ma qui cascava l’asino. Le società “H” e “I” non avevano alcuna autorizzazione né per collocare i prodotti di Finposteitalia né per quelli di“ Giocarendita” e “Vinci per Sempre”. Quindi i malcapitati imprenditori erano stati turlupinati; avevano pagato sostanziose somme e non potevano, in pratica, svolgere alcuna attività. Molti di loro hanno segnalato l’inganno alla Guardia di Finanza che, eseguendo gli opportuni accertamenti presso la Banca d’Italia (per gli aspetti del franchising postale) e presso il monopolio di Stato (per quello delle scommesse), smascherava l’abile sodalizio truffaldino.
La Procura di Ariano ha richiesto al Gip – che lo ha emesso – un provvedimento di sequestro dei rapporti bancari e postali, facenti capo agli ideatori dell’imbroglio. Il sequestro è stato operato su numerosi conti correnti, titoli, carte di credito e bancomat rintracciati su numerose piazze (Roma, Milano, Avellino, Bologna, Lecce, Biella e Torre del Greco, in provincia di Napoli) a riprova della diffusione sul territorio che stava avendo la florida, ma disonesta attività.