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    11/09/2024

Caos nelle carceri di Ariano e Avellino: celle devastate e poliziotti aggrediti

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Il carcere di Ariano IrpinoARIANO IRPINO/AVELLINO – “Un detenuto straniero, che già nella giornata precedente si era reso responsabile di atti violenti nei confronti di altri detenuti, ieri ha continuato nel suo atteggiamento violento, gettando olio bollente ad un altro detenuto. Solo grazie all’intervento del personale di polizia penitenziaria è stato spostato dalla sezione ma durante questa operazione gli altri detenuti hanno iniziato a rompere e devastare le celle”.

La notizia arriva da Tiziana Guacci, segretaria per la regione Campania del sindacato autonomo polizia penitenziaria. “Poi, nel pomeriggio”, prosegue, “al rientro dal campo sportivo, alla comunicazione a due detenuti di scontare l'isolamento, i detenuti si sono opposti ed uno di loro si è reso responsabile di un atto violento e gratuito nei confronti del personale di polizia penitenziaria sferrando un pugno ad un poliziotto, che è stato prontamente accompagnato in ospedale per le cure del caso. La situazione è rientrata in tarda serata”. Per la sindacalista del Sappe, “la vicenda ripropone nuovamente le difficoltà in cui versa il sistema penitenziario italiano. Un’aggressione ad un servitore dello Stato è un’offesa alla Nazione, un gesto vile e da censurare in quanto commesso in stato di detenzione all'interno di un carcere mentre si è soggetto ad un opera di risocializzazione. Uno scempio unico e senza appelli!”.

Donato Capece, segretario generale del Sappe, evidenzia, ironico e tagliente, che “purtroppo per lui, il collega aggredito e ferito appartiene al corpo di polizia penitenziaria e quindi si dovrà “accontentare” della solidarietà e vicinanza del Sappe. Per lui, infatti, come è successo per la quasi totalità dei Baschi Azzurri vittime nel 2023 di 1.760 casi di violenza da parte di detenuti e dei 1.700 aggrediti in questi mesi del 2024, immagino che non ci saranno attestazioni di vicinanza e solidarietà da parte dei presidenti di Camera e Senato Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, dei ministri di Difesa e Interno Guido Crosetto e Matteo Piantedosi, di sindaci e presidenti di Regione, di parlamentari e politici vari, come avvenuto recentemente in un analogo caso di aggressione ad un milite dell’Arma a Locorotondo. Ma neppure da parte del ministro della Giustizia Carlo Nordio, del viceministro Francesco Paolo Sisto, dei sottosegretari di Stato delegati Andrea Delmastro Delle Vedove e Andrea Ostellari, dei capi dipartimento di amministrazione penitenziaria e giustizia minorile Giovanni Russo e Antonio Sangermano, di provveditori regionali, di prefetti e persino del loro stesso direttore del carcere. Tutto ciò è non solo vero ma mortificante e testimonia quel che diciamo da anni: oramai delle aggressioni al personale di polizia penitenziaria non interessa a nessuno e questi gravi e inaccettabili episodi criminali sono, per qualcuno, mera statistica…”.

Aggiornamento del 1 settembre 2024, ore 20.15 - Avellino, ancora caos e tensione in carcere. Sappe: “È  come l’inferno dantesco: non lasciate sola la polizia penitenziaria!” - Ancora tensione in un carcere della Campania. Tiziana Guacci, segretario regionale per la Campania del sindacato autonomo polizia penitenziaria, racconta quanto è avvenuto nelle ultime ore nella casa circondariale di Avellino: “A farne le spese un assistente capo della polizia penitenziaria che ha subito una vile aggressione nell’esercizio delle sue funzioni. Suo malgrado, in sostituzione del collega, doveva consegnare dei pacchi postali ricevuti dai detenuti e al momento dei controlli aveva impedito la consegna di generi non consentiti. L’arroganza e la violenza di alcuni detenuti portatisi al settore pacchi ha scaturito una colluttazione verbale finita con la violenza poiché un detenuto ha scaraventato la porta in faccia al poliziotto penitenziario cagionandogli una ferita alla tempia che lo ha costretto a ricorrere alle cure dei salutari dell’ospedale cittadino.

A distanza di pochi minuti a farne le spese, ma questa volta senza aggressione fisica ma solo verbale solo grazie al tempestivo intervento della polizia penitenziaria, un ispettore donna  poteva soccombere alla violenta volontà aggressiva da parte di altri detenuti. Il comportamento violento del detenuto ha suscitato anche tra la popolazione detenuta “sana” in quel momento presente scalpore che ha ragguardato per la propria parte lo stesso fiancheggiato in quel momento dal fratello già noto per diverse aggressioni e che ancora non è stato allontanato dall’istituto di Avellino”. Per la sindacalista “vi è di più, perché per garantire la consegna dei pacchi viveri ai detenuti l’ispettore non ha mollato il servizio e ha deciso di adempiere a tale attività. Proprio durante tale servigio ha rischiato nuovamente di essere aggredita. Anche il comandante ed il Direttore hanno deciso in quel momento di affievolire gli animi dei detenuti violenti ma poteva capitare anche il peggio visto che uno di loro alla presenza anche di altro personale in preda ad una immotivata crisi era intento ad aggredire i presenti”. Guacci denuncia: “all’opinione pubblica, all’amministrazione penitenziaria, alle autorità preposte chiediamo che sia data continuità alle attività di organizzazione struttura del corpo di stanza ad Avellino poiché si sente abbandonato a se stesso, ribadendo ancora una volta che questo comunicati sono mirati ad alzare l’asticella dell’attenzione e non per diffondere notizie o procurare allarmismi poiché la situazione ormai appare gravissima…”.

“Sdegno” per quanto avvenuto nel carcere di Avellimo esprime anche il segretario generale del Sappe, Donato Capece: “Il carcere è diventato come l’inferno dantesco e questo non è accettabile e men che meno tollerabile. La denuncia del Sappe è la urgente necessità di trovare soluzioni concrete a questa spirale di violenza. Per questo, il primo sindacato del corpo, il Sappe, torna a chiedere urgenti provvedimenti per assicurare tutti gli elementi necessari a garantire la sicurezza degli uomini e le donne della polizia penitenziaria”. Capece, che esprime solidarietà al personale del reparto di polizia del carcere di Avellino, ribadisce ancora una volta che “il Sappe denuncia ormai da tempo la situazione insostenibile delle carceri della Campania ma il dato oggettivo è che chi dovrebbe intervenire e tutelare i nostri Agenti continua a tacere ed a restare inerme. Mai udito un silenzio così assordante da parte di questa amministrazione penitenziaria!”.

“Sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli ospedali psichiatrici giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario. Ma servono anche più tecnologia e più investimenti: la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della polizia penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose”, conclude il leader del Sappe.

 

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