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    14/10/2024

A Salvatore Salvatore il primo premio per la poesia dialettale

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Salvatore SalvatoreCASTELBARONIA – Nella splendida cornice del chiostro del convento cinquecentesco di San Francesco a Castelbaronia avrà luogo, domani, alle ore 18.00, la cerimonia di premiazione del concorso nazionale di poesia dialettale “Le radici poetiche del linguaggio subalterno”. Il concorso, alla sua prima edizione, è  stato indetto dalla casa editrice “Il Papavero” e dedicato a Massimo Troisi. Il premio ha ricevuto una medaglia di rappresentanza dalla Presidenza della Repubblica.

Il Comune di Castelbaronia, attraverso il sindaco, Carmine Famiglietti, ha assicurato l’ospitalità e il patrocinio morale. Protagonisti della serata,  con la lettura dei propri versi, saranno i poeti provenienti da ogni parte d’Italia.

Il vincitore del primo premio è Salvatore Salvatore di Carife con la poesia “Calata re sole” (Tramonto). Giornalista pubblicista, storico corrispondente de Il Mattino e de L'Irpinia per il comprensorio della Baronia, studioso di archeologia (ha collaborato, tra gli altri, con il soprintendente Werner Joahannoswsky, recentemente scomparso, di cui era anche amico personale), appassionato custode di tradizioni e folclore locale, esperto conoscitore di modi di dire e di proverbi legati alla cosiddetta civiltà contadina (su questo ha pubblicato per i tipi della Delta 3 un libro Cento proverbi (con cui è ritratto nella foto che pubblichiamo), Salvatore è da più di un decennio il direttore di Vicum, il trimestrale edito dall’associazione Pasquale Stanislao Mancini che si occupa della storia e delle tradizioni della Baronia in particolare, dell’Irpinia in generale. È autore di numerose pubblicazioni e di libri, tra cui quello dedicato, con affetto filiale, alla sua Carife di cui è stato per anni anche amministratore portando avanti più di una battaglia come quella dell’istituzione del museo archeologico.

Il secondo premio è andato a Pompilio Dottore, il terzo a Rita Margherita Rossi e il quarto a Salvatore Cangiani.

In chiusura della manifestazione sarà presentata anche l’antologia che ha raccolto le poesie più votate dalla giuria, presieduta dal magistrato-poeta Benito Melchionna, figlio di Castel Baronia e a lungo Procuratore della Repubblica a Crema, e composta da Pilade Frattini, Donatella de Bartolimeis, Paolo Saggese, Savino La Dogana e Franca Molinaro segretaria responsabile del premio, che saranno presenti in sala.

Il ricavato dalla vendita dell’antologia sarà devoluto a favore dell’Aicca (Associazione italiana cardiopatici congeniti adulti) che sarà rappresentata da Serena Savini.

Alla manifestazione prenderanno parte, oltre al sindaco di Castelbaronia, il consigliere regionale Antonia Ruggiero e l’assessore provinciale alla Cultura Girolamo Giaquinto.

More images...CASTELBARONIA - Aggiornamento del 12 agosto 2012, ore 21.00. Presentiamo il testo della poesia di Salvatore Salvatore, che ha ricevuto il primo premio, e la motivazione della giuria.

CALÁTA  R’  SOLE

Arrèt’a la muntuagna, quann’è l’ora,

rire lu cielo cu la vocc’aperta

e appòscia ‘nterra n’aria rócia-rócia

ca nunn’è manco frešca e manco coce.

Lu sole cu ‘na nùvola pazzéia,

s’annàccua arrète e po’ me zinniéja.

Le mette ‘ncuodde ‘na vestaglia r’ore

e se la strenge ‘mbiette core a core.

Tutto lu munno pare n’atu munne!

La terra cu lu cielo se cunfonne.

Attuorno-attuorno, andò te vute-vute,

mille barcùne fanno appicce e stute

Sicuramente tutta la natura

starraje parlanne re ‘nu bellu cunte;

e ije e te, cum’a ddoje criature,

‘nu vuase ce lu ramme e n’ate pure.

È magge ca funìsce e giugne trase

cu òrtera addurente e cu ceràse;

cu gigli ca se spùseno a cannéle

e cu supuàle a rose e sucamèle.

Ru gruane, cu la spica ca mo’ sponta,

pare ‘nu muare pe re coste ammònte

e ra lu vosco, l’addore re scenéstre

scenne, cu la rìscia, a re fenèstre.

Pe tutte lu paese è n’armunìa

chinghiunca passe te raje a parlà;

canta Pašcariello a “Uapparìa”

e vatte fierro viecchje ra chjecà.

Po’, scenne pe re serre la muréscia

e face scurìa  rint’a lu vaddòne.

Raje l’ùddeme viagge chi carréscia

e re gaddine vanne a l’ammasòna.

A chest’ora, cu’ te, ije so’ chiù  forte.

So’ chiù sicuro, ca pure roppe muorte,

ce truvarramme ancora pe cumpuagne

stu ciele, st’aria, stu sole e ste muntuagne.

Salvatore Salvatore

TRAMONTO

Dietro la montagna, quando è l’ora

il cielo ride con la bocca aperta

e appoggia sulla terra un’aria dolcissima

che è né tanto fresca né tanto calda.

Il sole gioca con una nuvola,

si nasconde dietro di lei e mi fa dei cenni.

Le mette addosso una vestaglia d’oro

e se la stringe al petto cuore a cuore.

Tutto il mondo sembra un altro mondo!

La terra con il cielo si confonde.

Intorno intorno, ovunque ti giri

mille balconi stanno luccicando.

Di sicuro, tutta la natura

starà parlando di una bella favola

e io e te, come due creature

ci diamo un bacio… e un altro ancora.

Maggio sta finendo e giugno arriva

con orti odorosi e con ciliegie

con gigli che si accoppiano a candele

e siepi che si coprono di rose e caprifoglio.

Il grano, con la spiga che adesso spunta,

sembra un mare che risale i pendii

e dal bosco, il profumo di ginestre

col venticello scende alle finestre.

Per tutto il paese c’è armonia

chiunque passa ti rivolge la parola;

Pasquariello canta la “Guapparìa”

e batte il ferro vecchio per piegarlo.

Poi, per le colline scende l’ombra

e comincia a far notte lungo il torrente.

Chi trasporta fa l’ultimo viaggio

e le galline tornano nel pollaio.

A quest’ora, vicino a te mi sento più forte.

Sono più sicuro che, anche dopo morto,

ritroveremo ancora, per compagni,

questo cielo, quest’aria, questo sole e questi monti.

Salvatore Salvatore

 

MOTIVAZIONE

La poesia “Calata r’ sole” (Tramonto) può essere considerata quale descrizione-rappresentazione particolarmente felice del momento magico del tramonto. Quando cioè il sole “gioca con una nuvola” e “le mette addosso una vestaglia d’oro”, per cui la terra viene a confondersi con il cielo e la natura sembra concentrarsi tutta sulla favola bella ed evanescente della vita. Il poeta descrive, quindi, con vaghi accenti evocati dai canti del Leopardi e del Pascoli, il mondo della natura e quello dell’opera dell’uomo nell’approssimarsi dell’ombra della notte, dove in ogni caso i segni dell’amore si ritrovano rinvigoriti e rinsaldati in una prospettiva di perenne rinascita.

 

 

 

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