FLUMERI – Nel salone dell’Istituto comprensivo “Benedetto Croce”, gremito in ogni ordine di posti da studenti e cittadini, si è tenuto il convegno di studi sulla figura e sull’opera di Vittorio Caruso, organizzato dal gruppo dei flumeresi nati nel 1957, guidati da Raffaele Steriti. A parlare di Caruso, la cui lunga attività in campo politico-amministrativo, nell’insegnamento e nella ricerca storica era stata interrotta improvvisamente dalla inattesa morte, sono stati i professori Francesco Barra, Gennaro Passaro, Michele Cogliani, il sindaco Rocco Antonio Giacobbe, il parroco don Claudio Lettieri, il dirigente scolastico Valentino Stanco e Salvatore Salvatore, che ha moderato i lavori.
“Vittorio Caruso – ha detto Barra – era sicuramente un “uomo del fare”. La sua instancabile attività, sorretta sempre da una passione non comune, abbracciava molti campi, che variavano dalla politica alla cultura, dalla scuola alla ricerca storica. Avendo fatto il sindaco dal 1970 al 1990, il presidente della comunità montana dell’Ufita e il componente del Comitato provinciale della Dc, aveva inquadrato alla perfezione i problemi di questo lembo d’Irpinia, costituito dalla Baronia e dalla Valle dell’Ufita, e aveva provato ad usare la politica come strumento di crescita, di innovazione, di cambiamento delle strutture arcaiche che penalizzavano ancora fortemente la gente. Fu, infatti, un sindaco che attraverso la infrastrutturazione delle zone rurali (si batté per la costruzione di nuove strade) provò a limitare l’isolamento da cui alcune contrade erano gravate da secoli. Fu uno dei difensori accaniti dell’insediamento Fiat in Valle Ufita. Culturalmente, oltre alla pubblicazione di varie opere sulla storia del suo paese e dei paesi limitrofi, fu tra i primi ad abbracciare il progetto culturale dell’Associazione Mancini e della rivista “Vicum” facendo crescere una linea storiografica che in quei luoghi, considerato l’isolamento geografico, non aveva consolidate tradizioni.
Gennaro Passaro, parlando della eccezionale disponibilità di Caruso e dei loro frequenti incontri presso gli archivi di Stato di Avellino e di Napoli, ha sottolineato la loro più che quarantennale amicizia e gli scambi di pareri sui condizionamenti della civiltà contadina e sulle vicende storiche della società civile delle loro comunità.Don Michele Cogliani, nel suo breve, ma incisivo, intervento ha sottolineato l’impegno di Caruso per far uscire la Baronia dal disagio e dalla miseria del dopoguerra. Ha parlato della sua condivisione per la Fiat e per l’Associazione Mancini come punti di partenza per la costruzione di comunità più moderne.Le ragioni che hanno spinto l’Istituto comprensivo di Flumeri ad impegnarsi e a collaborare per l’organizzazione di una borsa di studio, intitolata a Caruso, le ha spiegate il dirigente Valentino Stanco che ha messo in risalto l’indispensabilità di consegnare ai giovani la conoscenza della storia della propria comunità.Apprezzati dai presenti i saluti del sindaco Rocco Antonio Giacobbe e del parroco don Claudio Lettieri. Il primo ha rivolto un caloroso ringraziamento agli organizzatori e ha ventilato la necessità di valorizzare l’opera di Caruso, uno dei più illustri cittadini di Flumeri e più noti ricercatori Irpini.Il secondo ha ringraziato la moglie di Caruso, signora Pina Manzi, presente alla cerimonia, che con la sua silenziosa compagnia ha garantito appoggio e serenità alla esistenza del professore.
Tutti gli interventi sono stati coordinati dal collega Salvatore Salvatore che di Caruso era caro amico. Insieme hanno portato avanti l’Associazione “Pasquale Stanislao Mancini” e la rivista “Vicum” per 25 anni. Vittorio Caruso è stato autore di molti saggi e numerose pubblicazioni. La sua prima pubblicazione fu “Flumeri dal 1860 al 1871. Note di storia municipale”, del 1985. A seguire ha scritto “Flumeri: San Rocco, la chiesa, la confraternita, il giglio” del 1987; “Flumeri dalle origini al XVII sec. Studi e ricerche” del 1991; “Le elezioni a Flumeri. I risultati delle elezioni politiche, regionali, provinciali e comunali dal 1946 al 1992” , del 1995; “Letterati flumeresi dell’Ottocento. Profili, brani antologici” del 1996; “Trevico nel XVII secolo. Gli Statuti della Bagliva” del 1997; “Flumeri nel Settecento. Studi e ricerche” del 1998; “Flumeri nell’Ottocento preunitario. Uomini e territorio” del 1999; “La rivoluzione del 1799. Democratizzazioni, insorgenze ed inquisizioni nei comuni irpini al di qua del Calore” del 1999; “Zungoli medioevale e moderna. Frammenti di storia” del 2001; “Flumeri contemporanea. Eventi e personaggi della vita pubblica dalla crisi della destra al fascismo (1872 – 1926)” del 2002; “Militari flumerese caduti e dispersi nelle guerre del XX secolo” del 2006. Particolarmente interessanti le sue ricerche sul brigantaggio pubblicate su Vicum e nel libro “Il brigantaggio tra il 1799 ed il 1865” di autori vari, edito da Procaccino nel 2000.