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    27/07/2024

La faida, un libro per spiegare la camorra in Irpinia

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Irpinia2_la_faida.jpgMONTESARCHIO (Benevento) – A parlarne, giusto un anno fa, insieme con gli studenti delle scuole furono, su iniziativa di Libera, l’associazione guidata da don Ciotti che lotta contro tutte le mafie, l’attuale procuratore della Repubblica di Avellino, Rosario Cantelmo, allora coordinatore della Dda e procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica di Napoli, il suo vice Francesco Soviero, il procuratore aggiunto presso il Tribunale di Nola Maria Antonietta Troncone, lo stesso don Luigi Ciotti e naturalmente l’autore del libro La faida, Giovanni Sperandeo, giornalista del Mattino, che da anni racconta gli eventi legati alla cronaca e al contesto sociale del Vallo di Lauro.

Nel suo libro c’è la storia del primo Comune, Quindici, sciolto per infiltrazione camorristica, del boss della camorra che divenne sindaco e della strage delle donne. Domani, nel corso di un incontro presso la libreria Mondadori del centro commerciale Liz di Montesarchio, il centro della provincia di Benevento al confine con la Valle Caudina, l’autore della Faida si confronterà con il collega Peppino Vaccariello, che del fenomeno criminale di quella zona è conoscitore e osservatore attento oltre che cronista puntuale.

La faida di Giovanni Sperandeo (edizione Mephite), menzione speciale al Premio Siani, è il primo libro sulla camorra irpina. Si parte dagli anni Settanta e dalle vicende di Quindici e dei clan Cava e Graziano, per capire come si è sviluppata la criminalità organizzata in provincia di Avellino, che vede oggi alla sbarra importanti componenti dei gruppi malavitosi per richieste di pizzo ed intimidazioni.

 

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