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    22/07/2024

Un regolamento per biciclette e velocipedi nell’Atripalda di fine Ottocento

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Una gara ciclistica ad Atripalda negli anni CinquantaATRIPALDA – Quando la giunta municipale di Atripalda intervenne a regolamentare il possesso, l'utilizzo e la circolazione di biciclette e velocipedi correva l'anno 1897: correva, naturalmente si fa per dire, ma quegli strani mezzi a due ruote evidentemente qualche disagio procuravano alla circolazione, a quanto pare più per l'imperizia dei guidatori che per improbabili intralci al traffico urbano.

Certo nemmeno il sindaco Luigi Belli, amministratore attivo e lungimirante, che aveva, tra il 1884 ed il 1888, ridisegnato Atripalda, proiettandola verso la modernità, avrebbe immaginato che appena nel giro di qualche anno si sarebbe reso necessario un apposito "regolamento per il percorso delle biciclette o velocipedi in questa Città, dal perché moltissimi inconvenienti tutto dì si vanno deplorando per il loro continuo passaggio, massime da coloro che sono poco esperti nel dirigerla". La giunta, pertanto, il 25 giugno del 1897 con accorto puntiglio dettava una serie di regole e divieti: era fissata a 14 anni l'età minima per la guida dei cicli, previo riconoscimento della abilità del velocipedista (insomma era previsto il rilascio di una 'patente'), si assegnava un numero progressivo a ciascuna bicicletta (una 'targa') e si stabiliva una revisione dei mezzi, e persino una tassa di circolazione di due lire, da versarsi entro la prima quindicina di ciascun anno.

Agli agenti di polizia municipale (che allora erano Alfonso Alvino, Vincenzo Finno ed il capoguardia Filippo Loffredo) era affidato il controllo e la repressione degli abusi. Ma quante biciclette circolavano ad Atripalda alla fine dell'Ottocento? Un calcolo preciso non è possibile, ma per approssimazione si può ritenere che fossero alcune decine tra i residenti e non residenti, poco più o poco meno di una cinquantina di ciclisti, incuriositi dalla novità del mezzo ed incoraggiati dai percorsi pianeggianti cittadini. Pianeggianti, ma piuttosto insidiosi se le strade urbane, con l'esclusione di pochi tratti "a basolato", erano coperte "a brecciame" (come la strada Monache, la strada Melfi, quella per Pianodardine e quella per la stazione ferroviaria, che avevano bisogno di costante manutenzione e si riempivano di buche ad ogni pioggia. E per quelle extra-urbane la situazione era anche peggiore.

Non abbiamo purtroppo immagini di questi nostri eroici velocipedisti, ma si può capire: quasi tutti gli scatti erano realizzati in studio o avevano bisogno di lunghe 'pose' ed, a meno di qualche fortunata - e sempre possibile - scoperta, dobbiamo accontentarci di qualche sporadica fotografia. Come quella di Raffaele Troncone del 27 luglio 1927. Un capolavoro di "esposizione' e 'messa a fuoco' che fissa su lastra, insieme alla cerimonia ufficiale dell'inaugurazione del monumento ai caduti in Piazza Umberto I, con tanto di autorità civili e militari e persino di fanfara, anche scorci urbani pressoché inediti e deliziose scene di vita quotidiana. E veniamo al nostro "Regolamento per la circolazione delle biciclette e velocipedi nel Comune di Atripalda":

“Art. 1°. È vietato circolare nello interno della Città sopra velocipedi a coloro che non sono muniti di licenza.

Art.2°. La licenza sarà rilasciata dall’Autorità Municipale e sarà rinnovata nei primi 15 giorni di gennaio mediante il pagamento di lire 2 per diritto di licenza.

Art. 3°. Tale licenza non sarà conceduta a coloro che abbiano un'età inferiore ai 14 anni e quando il municipio non avrà sufficiente garanzia che il richiedente sia abile a guidare il velocipede a parere di apposita Commissione nominata dalla Giunta. Potrà pure essere sospesa e negata la licenza a chi fosse incorso in contravvenzioni alle presenti disposizioni od avere dato luogo ad osservazioni ed inconvenienti. La licenza è personale e revocabile. Dovrà sempre presentarsi dietro semplice richiesta alle Guardie Municipali ed agli altri agenti della forza pubblica.
Art. 4°. L Autorità comunale potrà quando lo creda, proibire temporaneamente la circolazione di velocipedi in qualunque località.

Art. 5°. Nel percorrere le vie della Città coloro che fanno uso di velocipedi dovranno tenersi in mezzo della via, lasciare liberi i marciapiedi, fermarsi o retrocedere ogni qual volta venga ciò ordinato da un agente di forza pubblica.

Nelle ore che suona la musica in piazza e nei giorni di festa, fiera e mercato è vietato percorrere coi velocipedi per la strada Mercato, come pure è proibito il transito dei detti velocipedi per la suindicata via dalle ore 24 italiane alla mezzanotte di ciascun giorno.

Art. 6°. I velocipedi dovranno nei luoghi abitati circolare con velocità non mai maggiore quella degli altri veicoli.

Art. 7°. Tutti i velocipedi che dovranno essere muniti di campanello e di cornetto d'avviso, saranno segnati con un numero progressivo, ben visibile, dato dalle Autorità Municipali.

Art. 8°. Dall'ora dell'accensione dei fanali pubblici, i velocipedi dovranno essere forniti di fanali accesi.
Art. 9°. I possessori di uno o più velocipedi dovranno farne dichiarazione all'Ufficio municipale nel termine di 15 giorni. Quest'obbligo incombe pure ai noleggiatori ed a chiunque venga a risiedere nel Comune o che possegga uno o più velocipedi.

Art. 10°. I noleggiatori sottoporranno i loro velocipedi alla visita di un perito tanto all'atto della numerazione, quanto ad ogni richiesta dell'Amministrazione Comunale. Essi dovranno tenere un registro ove iscrivere nome e cognome di coloro ai quali avranno somministrato il velocipede, nonché il giorno e l'ora della somministrazione e restituzione, registro da presentarsi ad ogni richiesta dell'agente.

Art. 11°. I contravventori alle presenti disposizioni, incorreranno nelle pene sancite dall'art. 275 della Legge Comunale e Provinciale”.

Alcune settimane più tardi, il 15 luglio 1897, in seconda convocazione, il Consiglio comunale stabiliva in via definitiva l'approvazione del "Regolamento per la circolazione dei velocipedi nel Comune di Atripalda" "[...] circa la circolazione dei velocipedi o biciclette [...]" inaugurando una storia più che secolare. Insomma da quel 15 luglio si dipana una storia costante di passione sportiva e di 'necessità' quotidiane, che hanno segnato la vita cittadina. Sin dal settembre del 1912 è documentata, per esempio, la realizzazione di gare ciclistiche, con tanto di Comitato promotore e di lì a poco si svilupparono anche alcune attività commerciali e produttive connesse.

Come quella di Sabino Di Napoli che, conseguita nel 1920 la licenza presso la Regia Scuola Industriale di Avellino (sezione meccanici-elettricisti), a partire dal 5 dicembre 1927 fu autorizzato alla vendita di cicli ed articoli diversi a via Fiume. Ma già da alcuni anni (dal 1922) aveva impiantato una officina di costruzione cicli, anche su misura, e di riparazione, sviluppando l'attività attraverso una costante innovazione tecnologica (saldatura autogena, verniciatura a fuoco, con forno a legna, impianto galvanico di nichellatura). Una attività sviluppata negli anni successivi come esclusivista di importanti marchi (dal 1930 al 1945 esclusivista provinciale di cicli e motocicli "E. Bianchi"; dal 1938 cicli e motocicli Ganna; dal 1938 concessionario cicli Legnano Wolsit).

Il settore, in costante espansione, era evidentemente sostenuto da una fervida passione sportiva se, in data 28 ottobre 1929, è documentata una importante corsa ciclistica. Alla fine degli anni '40, furono Nicola Troisi e Carlo Cucolo a continuare una trazione già consolidata di commercializzazione, riparazione ed in anni più recenti anche di noleggio di biciclette.

Merita una particolare segnalazione la singolare iniziativa, che non ebbe purtroppo seguito, di giornale sportivo "Ciclosport Atripalda" pubblicato in un numero unico il 18 maggio 1950 (tipografia Imbimbo e Pellecchia; direttore responsabile avv. Alfonso Chieffo, redattore capo Amodio La Sala, iscritto al Registro della stampa del Tribunale di Avellino il 16 maggio 1950). Un gruppo di amici aveva fondato una associazione sportiva ed in pochi mesi aveva allestito una sede sociale, promuovendo una squadra atletica ed organizzando gare agonistiche. Il 18 maggio fu il rag. Giuseppe Improta, presidente del Comitato Campano dell' Uvi, in piazza Umberto I a dare il via. Poi fu la volta di don Sabinello Di Rito (e della sua mitica Appia) e di Francesco Del Gaudio e siamo già allo storia breve, ma già gloriosa, del Circolo della Bici. Una storia che continua.

 

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