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    03/07/2024

Il Laceno d’oro rimane ad Avellino. Cignarellla: nel segno di Camillo Marino e Giacomo D’Onofrio

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b_300_220_15593462_0___images_stories_giacomo_donofrio_ne_camillo_marino.jpgAVELLINO – Netta vittoria del circolo di cultura cinematografica ImmaginAzione nel primo round dello scontro con il Comune di Bagnoli irpino per la titolarietà del marchio Laceno d'oro. La sentenza di primo grado, infatti, non lascia spazio a dubbi di sorta. Il tribunale, infatti, "accoglie la domanda del circolo di cultura cinematografica ImmaginAzione e per l'effetto inibisce al Comune di Bagnoli irpino l'uso del marchio "Laceno d'oro" per rassegne e manifestazioni attinenti alla cinematografia e comunque per attività rientranti nella classe di servizi culturali, educativi e ricreativi, per la quale il marchio è stato registrato". Il Comune di Bagnoli è stato anche condannato al pagamento delle spese processuali sostenute da ImmaginAzione.

Fin qui la sentenza, commentata successivamente in conferenza stampa dal sindaco di Bagnoli, che ha già annunziato ricorso. Su buona parte della stampa locale si sono levati inviti alla pace, nel nome di un rilancio turistico di Bagnoli e dell'Irpinia. Di diverso avviso è uno degli esponenti di punta del circolo ImmaginAzione, Nunzio Cignarella: "Chiariamo alcune cose, che finora sono state presentate in maniera volutamente confusa. La prima: la memoria del "Laceno d'oro" non è legata all'altopiano bagnolese, ma a Camillo Marino e Giacomo D'Onofrio.

Il festival del cinema neorealista, nella sua lunga storia (dopo le prime tre edizioni a Bagnoli ce ne sono state altre trenta ad Avellino) si è caratterizzato per tre elementi: autonomia dalla politica, assoluta autonomia delle scelte artistiche, la proiezione di film di grande impegno sociale. ImmaginAzione ha inteso continuare questa memoria storica, organizzando a partire dal 2001 il premio Camillo Marino, prima, e poi Laceno d'oro, che è stato assegnato a registi del calibro di Scola, Assayas, Loach, i Taviani, i Dardenne, Bellocchio, Pontecorvo. Nel rispetto di questi elementi di forte caratterizzazione del Laceno d'oro, dei quali ImmaginAzione si fa garante, è possibile intavolare qualsiasi discorso di collaborazione.

Ma, invece, cosa vuol fare il Comune di Bagnoli? Le idee, a leggere i resoconti sulla stampa, sono tante. Si va dalla collaborazione con Giffoni (che organizza un famoso festival di cinema per ragazzi) a quella con il festival di Trento (film sulla montagna) all'idea di un ente che sviluppi le potenzialità dell'Alta Irpinia anche come set cinematografico. Idee bellissime, ma che c'entrano con il Laceno d'oro? E perché insistere tanto sul marchio? Diamo un suggerimento al Comune di Bagnoli: organizzi quello che vuole (siamo disponibili anche a dare una mano) e lo chiami Festival di Bagnoli, o dell'altopiano o come vuole. Perché appropriarsi di un nome (Laceno d'oro) che è legato ad una esperienza cinematografica che non c'entra niente, né con la cornice della sagra del tartufo né con il cinema della montagna?".

 

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