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    03/07/2024

Nel castello di Gesualdo l’omaggio al principe dei musici

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Il castello di Gesualdo. Nle riquadro Carlo GesualdoGESUALDO – Sarà il castello di Gesualdo, finalmente aperto al pubblico dal terremoto del 1980, ad ospitare la tre giorni culturale promossa dall’Istituto italiano di studi gesualdiani e dalla locale amministrazione in onore di Carlo Gesualdo, il principe dei musici, che nella sua fastosa dimora, situata in posizione strategica al centro dell’omonimo feudo irpino, non molto distante dalla regia strada delle Puglie, mise su nel famoso e riccamente affrescato studiolo una vera e propria scuola di musica in cui egli stesso si esibiva come suonatore di liuto e arciliuto.

Insieme con Carlo - che con la collaborazione dei maggiori musicisti dell’epoca, tra cui Giovan Pietro Cappuccio, Fabrizio Filomarino, Rocco Rodio, Scipione Stella, Giovanni de Macque, Scipione Dentice, Scipione Cerreto, Stefano Felis e Giovanni Leonardo Primavera aveva fondato a Napoli un’accademia con una «Camerata di propaganda per l’affinamento del gusto musicale» - c’erano i due più stretti ed inseparabili collaboratori, vale a dire i maestri pugliesi Pomponio Nenna, che aveva curato la sua educazione, e Muzio Effrem, appartenente ad una nobile famiglia di origine milanese trapiantata a Bari e rimasto al suo servizio – dopo una breve esperienza come maestro di cappella del duca di Mantova –  per oltre vent’anni.

Un vero e proprio sodalizio culturale che aveva peraltro trovato riscontro, durante il soggiorno a Ferrara dove nel febbraio del 1594 convolò a nozze con Eleonora d’Este, cugina del duca Alfonso II, dal raffronto della sua esperienza musicale con quella dei grandi interpreti della stagione madrigalista secentesca che ebbe nei fiamminghi Cipriano de Rore e Giaches de Wert, nel ferrarese Luzzasco Luzzaschi, organista di corte, nel compositore bresciano Luca Marenzio e nel cremonese Claudio Monteverdi i più illustri rappresentanti a livello europeo.

Il soggiorno nel castello di Gesualdo fu, senza dubbio, un periodo molto fecondo dal punto di vista della produzione artistica dal momento che Carlo – sulla scorta dell’esperienza fatta a Ferrara – provvide ad attrezzarsi di una tipografia per la pubblicazione dei nuovi testi musicali, i Responsoria e le Sacrae cantiones, che, insieme con gli ultimi due libri dei madrigali, andava allora componendo e che affidò alle mani esperte di un maestro del settore, il napoletano Giovanni Giacomo Carlino.

Un patrimonio musicale, quello di Carlo Gesualdo, che continua ad esercitare un’enorme influenza sulla musica contemporanea come cercheranno di spiegare venerdì prossimo, nel corso dei loro interventi, Josepf Knowles dell’università inglese di York ed il maestro compositore Emanuele Cintura Torrente di Firenze.

Sabato invece Marco Berrini, Simon Gerald Place ed Harry van der Kamp interverranno sui tre cori intitolati a Carlo Gesualdo ed esistenti in Europa mentre domenica è in programma l’omaggio a Igor Stravinsky che, nel lontano 1956, venne a Gesualdo facendosi ritrarre all’interno del castello e che dei madrigali di Carlo Gesualdo è stato il primo importante scopritore ed estimatore.

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