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    03/07/2024

Il murale della pace/Lettera aperta ad Ettore de Conciliis

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Cultura3_murale_deconci.jpgAVELLINO – È in programma questo pomeriggio alle 18.00 la presentazione del libro Il Murale della pace di Ettore de Conciliis nell’ambito delle celebrazioni del cinquantenario dalla sua realizzazione. A confrontarsi con l’autore, nella chiesa di San Francesco d’Assisi di Borgo Ferrovia dove il murale fu realizzato nel 1965, saranno il segretario generale della Cei Nunzio Galantino, don Luigi Ciotti, il presidente del Teatro Carlo Gesualdo Luca Cipriano, Modestino Romagnolo, don Luigi de Blasi,  Marco Falciano e Gneroso Picone, responsabile della redazione del Mattino.

Qui di seguito ospitiamo la lettera aperta che Riccardo Sica, critico d’arte e a lungo docente di storia dell’arte presso il liceo Colletta di Avellino, ha indirizzato attraverso il nostro giornale al maestro de Conciliis.

*  *  *

Gent. mo  Maestro, in questi ultimi venti anni ho avuto modo in più occasioni di scrivere  in merito alla Sua arte. Forse ricorderà che La contattai, quindici anni fa, tramite corrispondenza epistolare, per inserirLa come merita nella monografia “ Pittori irpini del Novecento” che purtroppo non ha visto la luce per l’improvvisa dipartita dell’editore Sellino. Anche memore dell’indimenticabile incontro avuto con Lei e con gli studenti - sei anni fa - presso il Liceo  Colletta di Avellino (grazie all’interessamento del direttore de Il Mattino, Generoso Picone), mi permetto  ora di rinnovarLe i segni della mia più profonda stima ed ammirazione per la sua arte e per il contributo determinante che Lei ha dato alla rinascita dell’arte in Irpinia (e, in una dimensione più ampia, a livello internazionale).

Mi è propizia, per farlo, l’occasione dei festeggiamenti del ricorrente cinquantenario della nascita del “Murale della pace” a cui avrei partecipato con piacere e ben volentieri…Constato con soddisfazione, leggendo i giornali, che Lei condivide con me l’affermazione (pubblicata a mia firma  il 27 settembre scorso su L’Irpinia on line) che la sua opera “ha portato l’arte sacra  fuori dai musei “e che, aggiungo io, “ha riportato nella chiesa, in maniera storica, rivoluzionaria, anche l’efficacia della protesta sociale per i profondi  drammi che attraversano l’umanità ” e che,  soprattutto, infine, ha consegnato per sempre al pubblico godimento estetico di tutti lo splendore di un’autentica, indimenticabile opera d’arte, degna di essere affiancata ai grandi capolavori dei maestri medioevali e rinascimentali.

 

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