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    03/07/2024

Il Mezzogiorno oggi, al Centro Dorso la lezione di Galasso

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Giuseppe Galasso ed Elisa DorsoAVELLINO – Si è tenuto oggi, presso la sala dell’Oratorio della chiesa della SS. Annunziata, il penultimo incontro del ciclo di conferenze organizzato dal Centro studi “Guido Dorso” sui protagonisti della politica meridionalistica tra ‘800 e ‘900. Sull’attualità della questione meridionale è intervenuto Giuseppe Galasso, uno dei maggiori storici contemporanei, che è stato presentato da Elisa Dorso, figlia del grande meridionalista avellinese autore della Rivoluzione meridionale.

A ricordare che ancora oggi, a secolo XXI avviato, esiste ancora quella vecchia questione, sono i dati che ci provengono dagli istituti statistici che sottolineano non solo la persistenza del divario Nord-Sud, ma di una forbice che si è allargata nel decennio 2005-2015. Eppure negli ultimi anni il Mezzogiorno è scomparso dall’agenda governativa e dal dibattito parlamentare. Dopo circa un cinquantennio di intervento straordinario, che aveva avuto un importante precedente storico nell’età giolittiana, è infatti prevalsa l’idea che le ingenti somme erogate per l’industrializzazione del meridione siano state dilapidate da una classe politica locale corrotta, interessata a mantenere inalterata i propri rapporti di potere con le sue diverse clientele. Si è giunti, quindi, in concomitanza con l’emergere di quella che è stata definita “questione settentrionale”, al ripudio del carattere nazionale della questione meridionale.

È proprio sul carattere nazionale della questione che si è incentrato il fulcro della lezione di Galasso: soltanto una politica economica e sociale che sia impostata in modo tale da considerare gli interventi e le soluzioni che si intendono dare al Mezzogiorno come parte integrante dei problemi nazionali, può, infatti, essere il principale motore di una ripresa dello sviluppo meridionale. Un aiuto in questo senso può essere dato da un più funzionale utilizzo dei fondi per lo sviluppo regionale messi a disposizione dall’Unione.

Non esiste, come è ovvio, un ricettario che possa indicare attraverso quali formule superare il divario Nord-Sud; serve, invece, una grande ispirazione politica. Lo sviluppo del Mezzogiorno deve essere inquadrato nel più generale interesse italiano. Perché, come ricordava Giustino Fortunato, «l’Italia sarà quel che il Mezzogiorno sarà».

Presenti tra il pubblico il professor Francesco Barra, docente di storia moderna  presso l’università di Salerno, l’ex assessore alla Cultura del Comune di Avellino Nunzio Cignarella, Luigi Mainolfi, Mariella Barra, Ugo Santinelli, Gina Biondi, Annamaria Carpenito Vetrano.

 

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