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    03/07/2024

Avellino rende omaggio a Biagio Agnes. Il ricordo di De Mita

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Al tavolo, da sx: Gambacorta, D'Amelio, Foti e De MitaAVELLINO – “Faccio grande fatica a ricordare chi muore, soprattutto quando chi muore è un amico”: ha iniziato così Ciriaco De Mita il ricordo di Biagio Agnes nella sala consiliare del Comune di Avellino in occasione della commemorazione, a cinque anni di distanza della scomparsa avvenuta il 30 maggio del 2011, promossa dall’amministrazione comunale su proposta dell’associazione “Arte e Arte” di Avellino presieduta dal giornalista avellinese Salvatore Biazzo, autore di un libro su Agnes in uscita dopo l’estate.

Ad aprire i lavori è stato il sindaco Paolo Foti. È seguita la proiezione di un video. Dopo gli interventi della presidente del Consiglio regionale della Campania, Rosetta D’Amelio, e del presidente della Provincia, Domenico Gambacorta, ha preso la parola l’ex presidente del Consiglio.

De Mita – che, accompagnato dalla figlia Antonia, non ha voluto mancare alla manifestazione né alla successiva inaugurazione della Piazzetta Biagio Agnes lungo Corso Vittorio Emanuele nonostante una fastidiosa forma di artrosi – ha fatto leva sui suoi ricordi ricostruendo la storia di un gruppo di giovani politici ed intellettuali della sinistra democristiana (oltre lo stesso De Mita, Gerardo Bianco, Nicola Mancino, Giuseppe Gargani, Nacchettino Aurigemma, Gianni Raviele) riunitasi intorno ad un giornale, Cronache Irpine nato nel 1954 sull’esempio di Cronache sociali di Giuseppe Dossetti.

“Nacque un gruppo molto ricco di persone – ha ricordato De Mita – e intorno a noi c’erano anche un giudice di eccezionale valore quale Dante Troisi e un giornalista liberale come Giovanni Pionati”.

“Quando dopo la laurea alla Cattolica ho messo piede ad Avellino fu Carlo Barbieri a spiegarmi per primo, sia pure da posizioni diverse, la dimensione umana di questa città. La prima persona che ho incontrato è stato Nacchettino (Antonio Aurigemma ndr) che mi ha presentato Biagio Agnes. Mi colpì subito la concretezza delle decisioni che caratterizzava il suo operare: fu così che decidemmo di fare il giornale con un finanziamento della Democrazia cristiana ma con l’accordo che i capi di allora lo potevano leggere e giudicare solo dopo averlo fatto”.

De Mita ha poi sottolineato il coraggio e l’autonomia del giornale con prese di posizione a favore di La Pira, contro il cardinale Ottaviani, con la pubblicazione delle lettere dei partigiani. Ci si confrontava con la sinistra, si leggeva Gramsci ("ricordo gli incontri con Cocozzello a Lacedonia") seguendo la strada del confronto e della soluzione dei problemi. Vano il tentativo di Fiorentino Sullo, allora potente sottosegretario del governo Scelba, di operare una disgregazione del gruppo allontanandone prima Nacchettino Aurigemma, poi lo stesso Agnes.

“Fu allora – ha spiegato De Mita – che la nostra amicizia si fece indissolubile, crebbe la solidarietà e portammo avanti insieme con gli altri un’operazione di diffusione del pensiero, elaborando idee e dialogando con la sinistra. Il Consiglio comunale di allora – lo dico senza voler infierire rispetto a quello che succede oggi – era una scuola, c’era sì lo scontro, ma lo scontro era dialettico. E poi la classe dirigente è stata elevata perché era una classe dirigente che pensava”.

Dopo aver ricordato in rapida sintesi i passaggi principali della carriera di Biagio Agnes prima a Rotosei, poi alla Rai ("fu Fanfani ad indicarmi il nome, Fanfani, uno dei più raffinati politici italiani sul quale pur si dovrà fare la storia"), quindi alla Stet, De Mita ha parlato della sua passione per la scuola di giornalismo all’università di Salerno (dove questa mattina c’è stata un’altra cerimonia con una relazione del rettore Tommasetti) e del suo attaccamento fino alla fine alla sua terra.

In chiusura ha preso brevemente la parola la signora Rosella Valentinetti, vedova di Biagio Agnes, che, dopo aver ringraziato il sindaco Foti e gli organizzatori della commemorazione anche a nome delle figlie Titti, Simona e Lucrezia, ha ricordato l’affetto e la memoria che suo marito aveva sempre conservato per i luoghi dell’Avellino che era solito frequentare, la chiesa del Rosario, la tipografia Pergola (dove avvenne il suo esordio in giornalismo sulle pagine del Corriere dell’Irpinia fondato da Guido Dorso), il bar Lanzara. Presenti, tra gli altri, nella sala consiliare l’ex presidente del Senato Nicola Mancino con la signora Gianna, la signora Augusta Capone Aurigemma, l’ex europarlamentare Giuseppe Gargani, il prefetto di Avellino Carlo Sessa, gli ex sindaci Antonio Matarazzo ed Enzo Venezia, l'ex presidente del Consiglio comunale Antonio Gengaro, gli assessori in carica Teresa Mele e Maria Elena Iaverone, il rettore dell’Università di Salerno Tommasetti, l'architetto Carmine Colucci con la signora Gabriella Pescatori, il giornalista della Rai Gigi Marzullo, il presidente dell'Alto Calore Lello De Stefano, il consigliere regionale Maurizio Petracca, il neo presidente dell'Asi Vincenzo Sirignano.

Subito dopo si è svolta la cerimonia di intitolazione dello spazio pubblico che si trova tra Corso Vittorio Emanuele e via Verdi, contiguo al palazzo denominato Agnes-Rapace, con lo scoprimento della targa recante la dicitura Piazzetta Biagio Agnes - Giornalista.

 

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