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    03/07/2024

Marotta: La città di Guido Dorso capitale della cultura

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L'avvocato Marotta visita il museo irpino in compagnia del sindaco Galasso, Gemma Savelli e Roberto PastenaAVELLINO – «Per la sua posizione geografica, al centro della Campania, e per il patrimonio già in possesso del museo irpino, la città di Avellino può diventare la nuova capitale della cultura del Mezzogiorno d’Italia». È ottimista Gerardo Marotta, l’avvocato fondatore dell’Istituto nazionale per gli studi filosofici di Napoli, in visita questa mattina proprio al museo irpino di Avellino. Convocato in città dal presidente della Provincia, Cosimo Sibilia, e dall’assessore alla Cultura di Palazzo Caracciolo, Girolamo Giaquinto, per discutere della possibilità di trasferire nel capoluogo irpino i 300 mila volumi della biblioteca dell’Istituto che presiede sin dalla fondazione, l’avvocato è stato accolto anche dal primo cittadino, Giuseppe Galasso, e dal presidente del Consiglio comunale, Antonio Gengaro. Presenti anche i consiglieri comunali Francesco Todisco e Dino Preziosi, l’assessore all’Ambiente della Provincia, Domenico Gambacorta, e il vicepresidente del Consiglio provinciale, Nando Romano; oltre a una folta delegazione di studenti del liceo classico «Pietro Colletta» accompagnati dal dirigente scolastico Paolino Marotta.

Dopo la visita nella sale del museo, che lo hanno positivamente impressionato, l’avvocato, nella sala «Penta»  della struttura di corso Europa, ha ricordato il percorso che ha portato alla fondazione dell’Istituto: dalla nascita dei primi gruppi di studio universitario, che «alimentarono il fervore intellettuale nelle università partenopee», sino alla creazione dell’associazione «Cultura Nuova», che «portò a Napoli nell’immediato secondo dopoguerra i massimi esponenti della cultura nazionale».

Queste esperienze, ha sottolineato Marotta, «furono da sprone per ognuno di noi. E, animati com’eravamo da un rovente amor di patria, ci fecero sentire la responsabilità di creare qualcosa di importante». Come diventerà ben presto l’Istituto nazionale per gli studi filosofici: nato nel  1975, incoraggiato dagli auspici dell’allora presidente dell'Accademia nazionale dei Lincei, Enrico Cerulli, di Elena Croce, figlia del celebre filosofo, di Pietro Piovani e di Giovanni Pugliese Carratelli, l’Istituto, infatti, raccolse immediatamente il consenso del mondo intellettuale internazionale. E proprio con le parole di Hans-Georg Gadamer, filosofo tedesco, considerato uno dei maggiori esponenti dell'ermeneutica filosofica, l’avvocato-filosofo ha voluto sottolineare lo spessore culturale dell’Istituto: «L’unico al mondo che potesse rimediare alla crisi globale delle università. L’unico al mondo – affermò Gadamer – in grado di assicurare un rapporto dialogico tra docente e studente. Un Istituto che ha fatto sin dall’inizio dell’attività seminariale il suo esercizio principale».

Prima di passare ai ringraziamenti di rito, rivolti ai rappresentanti istituzionali di Comune e Provincia, non è mancata qualche stoccata ai politici e a una parte degli intellettuali napoletani: «Quella di Napoli è una borghesia addormentata – ha detto Marotta – che pensa solo al proprio personale profitto incurante della crescita collettiva e dello sviluppo sociale e culturale della città. Tra questi molti professori universitari che da sempre manifestano il proprio timore nei confronti dell’Istituto, colpevole secondo loro di monopolizzare il sapere a discapito delle università. La politica dal canto suo – ha aggiunto Marotta – ha ridotto la città di Napoli in uno stato terminale».

Infine, la promessa da parte dell’avvocato di inviare al più presto in città i primi mille volumi: «un regalo dell’Istituto per intraprendere un percorso che porti alla creazione di un polo culturale di eccellenza nella città di Guido Dorso». I volumi saranno ospitati, ha assicurato Sibilia, nelle sale del museo irpino, che presto saranno libere, in vista del trasloco dei reperti nel carcere borbonico di piazza D’Armi. Mentre, per i 300 mila testi, che ora sono rinchiusi in un magazzino di Casoria, Marotta resta in attesa del via libera dalla Regione per la sede, già acquistata, in piazza Santa Maria degli Angeli a Napoli.

Con la speranza che il progetto vada in porto, l’avvocato filosofo ha chiuso la sua giornata avellinese definendola «un grande esempio di amor civico».

 

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