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    22/07/2024

Esercizio 3/Cagnardi: «Il parco centrale il guerriero armato di Avellino»

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Cultura4_cagnar_eserc3.jpgAVELLINO – "Se bisogna viverlo con tutta questa sofferenza, allora abbiano il coraggio di cambiarlo". Così Antonio Gengaro sul Mattino del 7 giugno scorso a proposito del Piano Cagnardi. “Ed intanto io continuo a divertirmi. Si materializza l'idea del "soldato armato" come immagine del parco centrale di Avellino”: così Augusto Cagnardi, l’architetto milanese autore del Puc dell’era Di Nunno, intitola il suo terzo schizzo inviato, in quello che sta diventando un vero e proprio carteggio, proprio all’ex presidente del Consiglio comunale di Avellino Antonio Gengaro quale contributo al dibattito sulla vicenda urbanistica avellinese. Come si ricorderà l’urbanista milanese è intervenuto con due esercizi-divertissement, da noi pubblicati nella pagina della cultura, sull’importanza della realizzazione del parco centrale così come previsto dal Prg.

“Avevo attribuito – aveva scritto Cagnardi – fin da allora un ruolo salvifico alla realizzazione del parco: il suo asse, parallelo alla strada principale, costruito con il verde avrebbe introdotto in un sistema frammentato e disarticolato una nuova identità urbana, un nuovo ambiente esteso quanto la parte più "moderna" della città in cui dominava lo spazio per il tempo libero. È un ambiente non ancora costruito dopo il terremoto. Un ambiente che manca. L'asse di Avellino è del tutto simile nella sua genesi alla Spina di Torino. Una grande area centrale deve diventare il parco centrale della città. Nei suoi margini verso l'esterno si allineano gli edifici con funzioni residenziali e terziarie”.

 

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