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    22/07/2024

Dalla Certosa di San Martino a quella di San Lorenzo: un catalogo per capire la nostra storia

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Eufemia Baratta, Michele Faiella e Giovanni VillaniSALERNO – Segnaliamo ai visitatori del nostro sito e ai lettori del nostro giornale l’importanza dell’evento culturale, svoltosi questa mattina e organizzato dalla Soprintendenza Bap di Salerno e Avellino diretta da Gennaro Miccio, relativo alla presentazione, nella sede di Palazzo “Ruggi”, a Salerno, del catalogo della mostra Storie certosine. Un evento, dicevamo, di grande rilievo e significato che ripropone all’attenzione nazionale uno dei più importanti monumenti della nostra regione e di tutta l’Italia meridionale, la Certosa di Padula, fondata nel 1306, riconosciuta dall’Unesco nel 1998 patrimonio dell’umanità, inserita dalla Regione Campania nel 2002 nel novero dei grandi attrattori culturali, estesa su un’area di 51000 mq tra spazi coperti, chiostri ed aree verdi. Un luogo dell'anima, insomma, di quelli che educano al raccoglimento interiore, al silenzio spirituale, alla meditazione religiosa, all'indagine filosofica. Indimenticabile, e commovente fino alle lacrime, il documentario di Giorgio Bassani che, in qualità di presidente di Italia Nostra, si schierò a difesa della Certosa che, all'epoca, versava in un incredibile stato di abbandono. Siamo nel 1974. Emozioni così forti  erano state provate solo in un'altra occasione, quella dell'alluvione di Firenze del 4 novembre 1966, con il film-documentario che fece il giro del mondo e che era stato girato da Franco Zeffirelli, recitato da Richard Burton e scritto da Furio Colombo.

Ad illustrare l’iniziativa di questa mattina sono stati la curatrice della mostra, Eufemia Baratta, il responsabile dell’ufficio stampa Michele Faiella e il soprintendente vicario, Giovanni Villani. Con l’apertura al pubblico della mostra dal titolo “Storie Certosine” lo scorso 2 agosto 2012 (3 mesi circa di apertura e 25 mila visitatori, ndr), si è inteso arricchire il percorso museale della Certosa di San Lorenzo a Padula di una piccola esposizione, formata da quattro dipinti, olio su tela, provenienti dalla Certosa di San Martino, gentilmente concessi in prestito dalla Soprintendenza speciale per il Patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e per il Polo museale della città di Napoli da cui la Certosa napoletana attualmente dipende. In quell’occasione la Soprintendenza, oltre a presentare ufficialmente al pubblico le opere, ha provveduto alla redazione di una piccola brochure in quattro lingue (italiano, inglese, francese e spagnolo), al fine di fornire ai numerosi visitatori che nel periodo estivo si recano in Certosa le notizie essenziali per una comprensione dei soggetti dei quadri.

Le opere, infatti, offrono numerosi ed interessanti argomenti di osservazione e discussione, in quanto le scene dipinte, raffiguranti diversi Padri certosini colti in vari momenti di vita comunitaria, presentano come sfondo architettonico alcune strutture facilmente riconoscibili del cenobio padulese, e tra esse, una, in particolare, ne riproduce fedelmente la maestosa facciata. Per questo, nella saletta espositiva, al fine di rendere immediato il collegamento, si è scelto di accostare alle quattro tele le riproduzioni fotografiche delle architetture reali della Certosa, rappresentate dipinte dall’artista.

Con la presentazione al pubblico del catalogo della mostra, in programma dopodomani, alle ore 15.30, nella sala del refettorio della certosa di Padula, si intende illustrare il complesso ed articolato lavoro di studio ed analisi delle opere esposte, frutto anche della collaborazione tra gli istituti periferici del ministero per i Beni e le attività culturali quali sono le due Soprintendenze campane. Particolare cura è stata riservata all’indagine storica e alla ricerca documentale, ricerca che ha fornito risultati forse insperati dopo circa due secoli di oblìo sulla effettiva destinazione e collocazione di una parte del nobile patrimonio storico-artistico che all’inizio dell’Ottocento, a causa delle soppressioni monastiche allora decise dai Napoleonidi, abbandonò la casa certosina di Padula per la quale era stato realizzato.

 

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