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    22/07/2024

Da tutt’Italia per visitare la mostra sui capolavori d’arte dell’Irpinia

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Cultura_capolavori-mostra.jpgAVELLINO – Oltre quindicimila le presenze registrate in sei mesi. Si chiude con successo la mostra “Capolavori della Terra di Mezzo. Opere d’arte dal Medioevo al Barocco”. L’esposizione resterà aperta fino a sabato 1 dicembre (dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle 15.30 alle 20.00).  Fra i visitatori la metà è formata da privati o singoli visitatori, di cui il 5% da utenza straniera, il 30% da scuole (tutte della provincia) e il 20% da gruppi organizzati (dalla Campania, dalla Basilicata e dalla Puglia).

Registrate presenze dalle province di Cagliari, Prato, Benevento, Napoli, Bologna, Milano, Ancona, Viterbo, Ravenna, Foggia, Vicenza, Lecce, Salerno, Brindisi, Caserta, Mantova, Gorizia, Catania, Firenze, Torino, Venezia, Potenza, Modena, Catanzaro, Aosta, Aquila, Treviso, Savona, Trieste, Perugia, Rimini, Pavia, Teramo, Brescia, Ancona, Matera, Alessandria, Pesaro-Urbino, Varese, Bari, Chieti, Pescara. Inoltre, hanno visitato la mostra cittadini provenienti dalla Germania, Polonia, Belgio, Svizzera, Gran Bretagna, Francia, Ucraina, Slovacchia, Grecia, Stati Uniti, Canada, Perù, Cina, Giappone, Corea.

“I numeri rendono plasticamente l’idea del successo registrato dalla mostra. Un evento unico per l’Irpinia che ha esposto i suoi tesori nella splendida cornice del complesso dell’ex carcere borbonico. Una struttura di straordinario pregio che vogliano continuare a rilanciare”, dichiara il presidente Cosimo Sibilia.

Settantacinque le opere, provenienti dal tutto il territorio, esposte: il tutto in un contesto espositivo omogeneo, all’interno di un complesso architettonico di grande rilievo qual è l’ex carcere borbonico. L’esposizione corre sul filo della narrazione, in una ragionata successione cronologica, dall’età medievale al tardo barocco, raccontando per immagini, colori ed emozioni – attraverso opere di artisti noti come il Fanzago, il Solimena, il Guarino, il Borghese, il Curia, o meno noti come il Cenatiempo, il  D’Amato, il Ricciardi, o personalità riconosciute ma non individuate come il Maestro di Fontanarosa, il Maestro di Gesualdo, il Maestro dell'Agro Nolano – la storia dell’arte irpina così come inserita nell’ambito di quella meridionale ed italiana.  Il progetto, promosso dalla Provincia di Avellino, in partenariato con la direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Campania, i Comuni di Ariano Irpino, Avellino, Mercogliano e Sant’Angelo dei Lombardi, le Diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia, di Avellino, di Nola, le Arcidiocesi di Benevento e Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia, l'Abbazia Territoriale di Montevergine e l'A.IR. Autoservizi Irpini S.p.A., cofinanziato dall'assessorato al Turismo e Beni culturali della Regione Campania, rientra tra gli eventi promozionali di risonanza nazionale ed internazionale, improntato al “racconto” della Regione Campania attraverso una moderna attività di promozione e valorizzazione del patrimonio culturale.

 

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