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    03/07/2024

Il culto di San Francesco in Irpinia nelle opere d’arte

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In alto: Giuseppe Marullo, S. Francesco d’Assisi sorretto da due angeli, chiesa di San Francesco d’Assisi,  Zungoli - Murillo (attrib.), San Francesco d’Assisi sorretto da due angeli, Milano, 1680-1700. In basso: Ettore De Conciliis, Il Murale della pace”, chiesa S. Francesco, AvellinoAVELLINO – Mentre Papa Francesco appone la firma della storica enciclica Fratelli Tutti nella chiesa di San Francesco ad Assisi, la comunità francescana e la Chiesa tutta celebrano in tutta Italia la festività del patrono d'Italia.

Sono innumerevoli le opere che ritraggono il santo, sempre oggetto di profonda devozione. Tra quelle più importanti in ordine indicativamente cronologico, ricordiamo i lavori di Giotto (Stimmate), Gentile da Fabriano (Stimmate), Jan van Eyck (Stimmate), Colantonio (Consegna della regola francescana), Giovanni Bellini (San Francesco nel deserto), Tiziano (Stimmate), Gaudenzio Ferrari (San Francesco riceve le stigmate), Caravaggio (EstasiMeditazione di CremonaMeditazione di Roma), Rembrandt, (Titus in veste di san Francesco), Guercino (San Francesco riceve le stimmate), Guido Reni (San Francesco in estasi), Murillo (San Francesco abbraccia Cristo crocifisso).

San Francesco ispira gli artisti. In ambito nazionale, a titolo esemplificativo, vogliamo ricordare il dipinto “San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia” di Gustavo Solimene, del 1940, sito nella chiesa di S. Ippolito a Roma. In questa chiesa a Roma, dove giungono da Bergamo le Suore Sacramentine chiamate dal P. Leone e dove nel 1947 verrà ricostruito l’asilo e ripristinata la scuola elementare, nel 1940 furono collocate due tele raffiguranti la Madonna di Lourdes e S. Francesco d’Assisi di Gustavo Solimene. La tela intitolata S. Francesco di Assisi patrono d’Italia” è posta nel transetto attiguo al presbiterio, sull’altare laterale. Il santo fu proclamato patrono d’Italia qualche anno prima (18 giugno 1939) da Papa Pio XII, per questo l’autore rappresentò il Papa supplicante il santo che, rivolto in atteggiamento orante verso il volto di Cristo raffigurato nel sole, intercede per l’Italia la cui sagoma è visibile sullo sfondo.

Spostandoci all’ambito provinciale segnaliamo che l’Irpinia ha una antica tradizione del culto di San Francesco che fu espresso in pregevoli opere artistiche (specialmente pitture e sculture) ammirabili in molte chiese locali. A titolo esemplificativo ricordiamo anche qui “L’affresco della pace” di Ettore De Conciliis del 1975, sito nella chiesa di San Francesco a Borgo Ferrovia ad Avellino; e a Zungoli un dipinto del Seicento ispirato al poverello d’Assisi presente nella chiesa del convento dei monaci  riformati di Zungoli, attribuita dalla tradizione locale erroneamente a Tiziano.

L’olio su tela rappresenta “San Francesco d’Assisi presso alla fine di sua dimora in terra”. La Patria, Geografia dell’Italia, Provincie di Avellino, Benevento, Caserta, Salerno (Torino, Unione Tipografico Editrice, Milano Roma Napoli) nel 1898 menziona il dipinto a Zungoli come un originale di Tiziano e l’incisione da esso derivata come opera tratta “da fotografia del dilettante Marchesi Susanna di S. Eligio”.

Il “fotografo dilettante Nicola Susanna dei Marchesi di S. Eligio” menzionato nel testo appartiene ai marchesi Susanna di Sant'Eligio che abitavano nel castello di Zungoli quando questo nel tempo si era trasformato in abitazione civile. È così descritto il dipinto ne La Patria, Geografia dell’Italia, Provincie di Avellino, Benevento, Caserta, Salerno (Torino, Unione Tipografico Editrice, Milano Roma Napoli, 1898): “L’opera comprende l’effigie del Santo in ginocchio, tra due ngeli a metà figura, che lo assistono nell’estrema dipartita”. L’opera è stata attribuita da altri studiosi locali “al Guarini o a scuola napoletana del Seicento”. In realtà, a nostro parere, a Zungoli giunsero una copia incisoria ed una copia pittorica del dipinto San Francesco sorretto da due angeli del Cavalier d’Arpino (ovvero Giuseppe Cesari), ora nel Museo francescano di Roma. La matrice dell’incisione fu eseguita da Cornelis Cort (Hoorn, Olanda, 1533 o 1536 - Roma 1578) che, recatosi a Venezia, aveva lavorato con Tiziano.

Da questa incisione (W.H. Savelsberg, Franziskus von Assisi in der Flamischen malerei und graphik, Istituto Storico dei Cappuccini, Roma 1992) derivò il dipinto omonimo attribuito da Marcenaro al  Murillo, ultimi quattro decenni del Seicento, ora a Milano. Qui pubblichiamo i due dipinti con eguale soggetto che sono rispettivamente a Zungoli e a Milano, per evidenziarne le affinità e le identità, iconografiche e stilistiche.

È documentato- come riferisce Raffaella Colace nel Museo virtuale dal classico al neoclassico - che il dipinto milanese pervenne a Cariplo a seguito del legato Marcedaro del 7 luglio 1976. Tuttavia riteniamo che il dipinto di Cariplo sia opera di Giuseppe Marullo, essendo esso molto vicino, per caratteri stilistici ed iconografici, a Sant’Antonio da Padova ed il Bambino Gesù del Marullo che è nella Quadreria del Pio Monte di Misericordia a Napoli, specialmente per quanto riguarda la tipologia dei volti.

In Irpinia ci sono altre opere attribuite al Marullo che, come testimonia il De Dominici, amava dipingere opere simili a quelle del maestro Cavalier d’Arpino, “tanto simili, che anche da’ Professori venivano credute del Cavaliere d’Arpino” (De Dominici, Vite dei Pittori etc. pag.107)., “La Patria” opportunamente osserva: “...Due volte corse il pericolo di essere involato, il che è prova del suo gran valore artistico”.

In verità l’opera, inedita, è effettivamente di buon livello stilistico e di altissima qualità, molto interessante anche dal punto di vista iconografico ed è degna di figurare nello storico contesto conventuale di antichissima storia a cui appartiene. Infatti, se la chiesetta fu irreparabilmente devastata dai sismi del 1456, 1702 e 1930, richiamata in atti ufficiali fino al 1794, il convento di San Francesco dei Frati minori riformati fu costruito a metà del Cinquecento e conserva tuttora, oltre il dipinto in questione, all'ingresso un affresco che rappresenta la Vergine del Monte Carmelo e nei locali di nord ovest affreschi del Cinquecento e del Seicento, nonché un riquadro in cui è dipinta la Madonna e figura una statua lignea della Vergine di epoca barocca.

 

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