www.giornalelirpinia.it

    03/07/2024

Studi sull’amore, a Torino la presentazione dell’ultimo libro di Arminio

E-mail Stampa PDF

b_300_220_15593462_0___images_stories_Cultura6_arminio_torin.jpgTORINO - Cosa spinge oltre duecento persone, in una rigida serata torinese, in contemporanea con la penultima serata del Festival di Sanremo in tv, ad affollare il prestigioso e storico “Circolo dei lettori” per intrigarsi di poesie e di amore. Dobbiamo dire (non senza un pizzico di orgoglio… irpino) che la forza attrattiva viene da un poeta della nostra terra, conosciuto ed apprezzato soprattutto al Nord e nelle realtà metropolitane, dove il nuovo urbanesimo ha sottratto terra ai paesaggi e, spesso, anche ai sentimenti. Parliamo del bisaccesse Franco Arminio che, ieri sera, è tornato nel capoluogo piemontese dopo la presenza di alcuni mesi fa al Salone del Libro. Stavolta l'occasione è giunta dalla presentazione del suo ultimo libro “Studi sull’amore” (Edizioni Einaudi, pagg. 184, euro 16,50).

Tra le storiche mura di Palazzo Graneri della Roccia, sede del circolo, il poeta ha raccontato del suo nuovo libro, non soffermandosi su ogni pagina o poesia, ma lasciando che il filo dei pensieri lo trasportasse. Arminio, in questo libro edito da poco, si dedica pienamente all’amore, seppure dica che sia “impossibile dire cose nuove sull’amore”. Egli si riserva di raccontare di un amore che conferma esistere nella vita di ciascuno, negli atteggiamenti più usuali: quello per un figlio, quello vissuto da altri poeti o persino quello che serve...per la cura della suocera (dal racconto di una sua esperienza personale). L’amore è un argomento molto frequentato, ma il poeta altirpino sul punto dice che si parla di amore perché “è una delle strade per riportare il sacro nel mondo” in quanto c’è “un immiserimento spirituale per tutti”.

Nelle poesie viene raccontato di come “l’amore scavi per cercare il sacro seppellito nel corpo ed ognuno di noi debba diventare il restauratore del sacro, ognuno a suo modo: accudire le persone, spegnere il telefono o leggere una poesia a qualcuno”. Arminio si preoccupa di analizzare il termine “sacro” spiegando che per sacro si intende “una presenza del corpo leggermente commossa e non opinionista”, in un mondo dove ci si “deve sottrarre al rito dell’opinionismo di massa” (rimandando anche alle opinioni espresse su Sanremo in questi giorni). Il paesologo irpino dice che “la partita è nelle nostre mani: costruire la giornata all’insegna del sacro, così magari il mondo va da un’altra parte” e anche sul valore della parola “grazie”, ricordando il suo recente intervento a Milano alla Fondazione Prada in un apprezzato incontro con i bambini.

Nel corso della serata si esprime anche sull’importanza della poesia, soprattutto in Italia, terra del sommo poeta Dante, dove “è scandaloso che la poesia sia diventata qualcosa per pochi”. Bisogna avere il coraggio di portarla “davanti alle persone”, perché “un libro di poesie è come un armadietto farmaceutico, serve per curare le crepe delle persone”. La poesia dovrebbe essere una materia universale, “anche il medico dovrebbe conoscerla, perché quando finiscono i farmaci servono le parole” (facendo anche un profondo riferimento alla situazione nei reparti Covid).

Arminio più volte si sofferma a proposito del “non so se è un buon libro”, in quanto “la scrittura si giudica in due modi: nell’immediato, se ci fa venire voglia di scrivere, e con il tempo che passa”. “Tra cinquant’anni le opere di questo tempo saranno ancora conosciute?” si domanda l’autore, e chissà se le sue opere riusciranno a “vincere di mille secoli il silenzio”. Certo è che la musica, i big e i lustrini di Sanremo, ieri sera al Circolo dei Lettori di Torino erano davvero molto lontani. E, pazientemente, i presenti a fine serata hanno fatto la fila per il firmacopie.

 

Aggiungi commento

Codice di sicurezza
Aggiorna

DG3 Dolciaria

Geoconsult

Condividi


www.puhua.net www.darongshu.cn www.fullwa.com www.poptunnel.com