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    03/07/2024

Da Calitri a Trieste per una vita migliore: in scena il dramma del lavoro

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Cultura_3_-_gaetano_battista.jpgAVELLINO – Uno spettacolo teatrale di origini irpine, scritto da Ermanno Battista e interpretato da Gaetano Battista, realizzato grazie alla preziosa guida del maestro Marco Luciano, Candido sarà questa in scena all’Ott’Biir di Avellino, in via Piave. L’inizio della rappresentazione è previsto per le ore 21, l’ingresso è gratuito.

Già vincitore del bando nazionale «Holden» promosso dalla «Scuola Holden» di Barricco, presentato in anteprima all’«Home Festival» di Bisaccia nel 2011, in tournée da un anno con 20 repliche in tutta la penisola, Candido nasce da un lungo viaggio di memorie dove l’Irpinia d’Oriente è la sede principale: un luogo di pace, di silenzio, di lunghe schegge di tempo che rendono immortali le giornate, ma anche luogo di misteri, dove un senso spettrale vige come forma emotiva per l’osservatore. Questi sono gli elementi emotivi che hanno portato all’analisi accurata dei luoghi, dove il testo ha trovato le sue radici in un passato, in un presente e in un futuro pieno di preoccupazioni e continui collassi temporali che distaccano alla lunga il Sud e il Nord.

«Candido – spiega Gaetano Battista – nasce dalla voglia di gridare in maniera cruda tutte le incongruenze che legano un lavoratore alla sua voglia matta di lavorare e di farlo alle condizioni da lui prestabilite, senza cadere in schemi di lavoro in cui il lavoratore non è tutelato in caso di incidenti sul lavoro. È la vicenda che crea gli eventi, quella di Candido Scoppettuolo, muratore irpino di 29 anni di origini calitrane. Un giovane – continua Battista – che si allontana dalla sua famiglia perché ama il suo mestiere, il muratore, e soprattutto perché desidera aiutarla economicamente». Candido, che in scena è già morto, racconta la sua vita da dannato. Racconta la sua storia comune a tanti giovani meridionali: emigra nel Nord Italia, in quella Trieste così lontana dalle sue origini, dalle quali egli vuole scappare, per dimostrare ai suoi coetanei, alla sua famiglia e alla sua gente che è un uomo coraggioso in grado di scegliere una vita migliore. Ed è proprio l’emigrazione a essere uno dei punti focali della rappresentazione. Muovendo da ciò emerge la differenza tra Nord e Sud, una costante che surclassa le menti e le allontana dal ricordo di appartenenza alla stessa nazione. Candido racconterà da morto la sua morte prematura, per un lavoro onesto ma altrettanto disonesto da farlo volare dai tetti che ha tanto amato. Quella di Candido è una delle tanti «morti bianche».

Tema dal quale muove questo spettacolo per raccontare la vita di un giovane irpino sfruttato dal suo stesso lavoro per cercare una vita onesta. «Ma Candido – conclude Battista – serve soprattutto a far riflettere, a far smuovere, a far eccitare le passioni emotive dei nostri luoghi, delle nostre culture, usando un mezzo, quello teatrale che già lega in sé mito, rito, territorio, passione, forza carnale e sacrale nata dalle viscere della terra dell’Irpinia d’Oriente».

Allora, appuntamento a stasera, alle 21, all’Ott’Biir di via Piave.

 

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