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    03/07/2024

Ire_Land, dall’Irpinia all’Irlanda la ricerca musicale dei «Là Nua»

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Cultura2_ireland.jpgAVELLINO – L’Acib, Associazione culturale italo britannica di Avellino, apre la propria stagione di eventi 2013-14 con“Ire_LAND – Suggestioni di musica e immagini” con il patrocinio dell’assessorato alla Cultura del Comune di Avellino. Sabato 16 novembre, a partire dalle 17.30, presso la chiesa del Carmine di via Triggio, dopo i saluti della presidente dell’Acib, Lina Nigro, si potrà partecipare ad un affascinante viaggio nelle atmosfere musicali della magica isola verde con la stupefacente irish folk band irpina dei Là Nua ovvero gli irpini “irplandesi”, che, reduce dai recenti successi del Festival di Waterford, presenta per la prima volta in città il suo cd di esordio. A completare l’atmosfera due brevi videoreportages di Carlo Crescitelli.

“C’è una differenza irriducibile – si legge nel manifesto dell’Acib – tra la lingua materna e gli idiomi stranieri; eppure il movimento sempre più rapido di persone, immagini e suoni crea identità in libera fluttuazione, disancorate da precisi contesti temporali, spaziali, linguistici e musicali. Tra questi due poli si pone la ricerca musicale dei Là Nua, volta allo studio e all'interpretazione del linguaggio della musica tradizionale irlandese, ma lontana sia dalla moda delle contaminazioni a buon mercato, sia dall’abbandono delle proprie radici.

Seguendo il filo delle influenze celtiche, una volta giunti in Irlanda si butta l’occhio, e l’orecchio, alle terre al di là del mare, raccogliendo l’eredità di danze bretoni e scozzesi, fino a sguardi più lontani verso i ritmi balcanici, importati oltremanica assieme al bouzouki greco negli anni Sessanta.

Per restare in tema di linguaggio, non si cerca tanto l’imitazione quanto la traduzione, accettando il piccolo “tradimento” che essa porta sempre con sé; si aspira alla fedeltà al “messaggio” (le melodie, i ritmi, gli accenti, le giuste cadenze) ma lo si traspone sui propri “veicoli”… le dita, abituate da tempo a altri ritmi, melodie e armonie, che danno voce a strumenti non esattamente “irlandesi per antonomasia”: se i whistles richiamano dalla prima nota le atmosfere dell’eredità celtica, chitarra e bouzouki suonano già più moderni e “continentali”, così come la fisarmonica, mentre le percussioni, basate sul cajon, farebbero pensare più ai suoni latini: Oscar Wilde recitato da una compagnia mediterranea…”.

 

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