www.giornalelirpinia.it

    03/07/2024

Le pergamene di Ascoli Satriano nella biblioteca di Montevergine

E-mail Stampa PDF

b_300_220_15593462_0___images_stories_Cultura2_biblioteca_mont.jpgAVELLINO – Di recente è stato pubblicato il trentaseiesimo volume del Codice Diplomatico Pugliese, edito dalla Società di Storia Patria per la Puglia e dedicato a “Le pergamene di Ascoli Satriano conservate nella biblioteca di Montevergine”. Il volume, curato da Teresa Colamarco, contiene centodiciotto documenti, composti in un periodo intercorrente tra il 994 e il 1354, che provengono dalla cittadina della Capitanata e riguardano – in gran parte – i rapporti tra quest’ultima e l’abbazia di Montevergine. A cavallo tra il X ed il XIV secolo i benedettini intrattenevano relazioni significative con l’intero territorio pugliese ed erano titolari di importanti interessi in Capitanata. Non stupisce, quindi, la circostanza che l’abbazia di Montevergine avesse in quel periodo ben due dipendenze ad Ascoli Satriano: la chiesa di San Pietro in Piano ed il priorato di San Donato. La presenza nella cittadina pugliese non era certamente irrilevante per i benedettini del Partenio. Dal punto di vista strategico Ascoli Satriano giocava un ruolo importante nello scacchiere pugliese, tanto che, retta dai Longobardi, fu a più riprese conquistata dai bizantini e dai normanni.

Nelle pergamene ascolane di Montevergine si rintracciano non solo le vicende pubbliche, ma anche quelle private. Anzi, solo uno dei documenti può considerarsi pubblico ad ogni effetto. Si tratta, peraltro, di un famoso privilegio reso dal papa Urbano IV, che segnò la storia di Montevergine. Con esso il pontefice assunse sotto la sua protezione il monastero e le sue dipendenze, ne ratificò i diritti acquisiti per consuetudine, concesse il diritto di sepoltura alle chiese dipendenti, e, infine, la facoltà al monastero di ricevere oblazioni e legati e di avere chiese parrocchiali e casali. Altrettanto interessanti sono i documenti “semipubblici”, e, tra essi, soprattutto il iudicatum del 1124 del vescovo di Ascoli Satriano, Pietro. È un giudicato falso, col quale l’abbazia di Montevergine tentava di vantare diritti sul complesso di Santa Maria Incoronata di Puglia e di impossessarsi di alcune dipendenze di San Salvatore del Goleto.

Ma ancora più interessanti sono le pergamene private, che, peraltro, formano gran parte della documentazione riportata nel volume. Singolare rilievo assumono soprattutto gli atti che riguardano gli usi e le consuetudini della popolazione di Ascoli Satriano. Da alcune pergamene emerge chiara la condizione femminile del tempo, che soffriva di una grave deminutio. In alcuni documenti si trova applicato l’istituto longobardo del mundio, consistente nell’esercizio della potestà sulla donna da parte del padre, dei fratelli, dei parenti prossimi e, infine, una volta sposata, da parte del marito. E tale potestà si spingeva fino al punto che la capacità giuridica di agire della donna era subordinata al consenso dei suoi mundoaldi ed all’accertamento – da parte del giudice – della sua libera volontà. Infine, oltre che delle pergamene trascritte, il volume si compone di una introduzione della curatrice Teresa Colamarco, che illustra con acume e precisione il contenuto della documentazione, calandola nel contesto storico in cui essa fu di volta in volta composta.

 

Aggiungi commento

Codice di sicurezza
Aggiorna

DG3 Dolciaria

Geoconsult

Condividi


www.puhua.net www.darongshu.cn www.fullwa.com www.poptunnel.com