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    22/07/2024

Un libro su fra Fulgenzio Arminio, il Savonarola irpino che fustigò la corruzione del clero

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Cultura_antonio_melchionna.jpgAVELLINO – Un libro su fra Fulgenzio Arminio, il monaco agostiniano nato ad Avellino nella prima metà del XVII secolo, che, novello Savonarola, fustigò i costumi della sua epoca prendendo di mira la corruzione del clero. Ne è autore un giovane studioso irpino, Antonio Melchionna, docente di filosofia nei licei nonché ricercatore presso la cattedra di storia della filosofia antica  e medievale dell’Università di Salerno, che sarà presente lunedì prossimo, alla presentazione del volume, edito da Mephite, in programma presso il circolo della stampa di Avellino con inizio alle ore 18.00. A parlarne saranno Francesco Barra, ordinario di Storia moderna presso l’Università degli Studi di Salerno, che ha anche curato la presentazione del volume, e Giovanni Marino, direttore dell’archivio storico della Cgil di Avellino. Coordinerà i lavori Paolo Speranza, giornalista della Voce della Campania.

Fulgenzio Arminio, nato nel 1621, ribattezzato in seguito “Maestro Avellino”, vestì giovanissimo l’abito degli agostiniani diventandone uno dei più brillanti esponenti per le sue doti teologico-culturali che furono apprezzate anche a livello europeo. Per un decennio fu anche vescovo della diocesi di Nusco dove visse un’esperienza pastorale travagliata per l’aspra polemica condotta contro di lui dal celebre poeta satirico bagnolese Giulio Acciano.

Ad una più approfondita conoscenza di questa figura, per più versi emblematica, ma ancora assai poco nota e studiata, contribuisce ora questa monografia che ne ricostruisce analiticamente, con competenza filosofico-teologica, vita, opere e pensiero. Antonio Melchionna rileva e segnala, in modo attento e puntuale, la profonda ispirazione spirituale e trascendentale che il frate agostiniano derivava da un’accurata conoscenza e meditazione del pensiero filosofico-teologico sia patristico che medievale, a cominciare naturalmente da quello di Sant’Agostino, il cui influsso  risulta per più versi decisivo.

In definitiva “Fulgenzio, oltre alle magniloquenti forme barocche, si rivela – come scrive Francesco Barra nella sua presentazione al libro – un teologo e un moralista di notevole spessore, tutt’altro che superficiale ed occasionale, e questa importante acquisizione aggiunge ulteriore interesse alla conoscenza del personaggio e della sua opera”.

 

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