AVELLINO – Domani alle 18, presso il Centro evangelico «La sorgente», in via Annarumma ad Avellino, sarà presentato il volume di Marco Provera, «Istantanee di un quartiere: le maestre del Borro» (Oèdipus, pp. 101, 11,50 euro).
L’autore ne discuterà, nell’ambito dell’iniziativa delle «Scuole di frontiera», con Pietro Coretto, docente di Statistica all’università di Salerno, Carmela Maffia, responsabile della Scuola di pace di Napoli, Mirella Napodano, docente di Pedagogia generale e sociologia dell'educazione all’Istituto di studi religiosi di Avellino, e Paul Minder, mediatore familiare e pastore della Chiesa evangelica riformata svizzera in missione in Italia. Modererà Generoso Picone, caporedattore de «Il Mattino».
Le «Istantanee» di Provera, avvocato e ricercatore indipendente avellinese, ritraggono uno spaccato della periferia urbana e del sistema scolastico dell’Uruguay. Lo studio è basato in larga misura su conversazioni, interviste e storie di vita di maestre e operatori sociali raccolte nella capitale uruguagia presso la «Obra Ecuménica Barrio Borro», una delle articolazioni della Fondazione «Pablo de Tarso» di Montevideo, a sua volta emanazione della Federación Iglesias Evangélicas dell’Uruguay.
Fondata negli anni Cinquanta come missione della Chiesa pentecostale cilena nel quartiere Borro, vent’anni dopo il suolo e la struttura dell’Obra sono stati ceduti alla Chiesa valdese. Durante gli anni della dittatura, dal 1973 al 1984, attorno ad essa s’è sviluppata una forte partecipazione popolare. Oggi, affermatasi come interlocutore delle istituzioni pubbliche e delle altre organizzazioni non governative, l’Obra partecipa a iniziative di sostegno scolastico e di reinserimento educativo per ragazzi di strada, riuscendo ad assistere un centinaio tra bambini e adolescenti con refezione, corsi, laboratori e attività di sostegno e integrative a quelle della scuola primaria e secondaria pubblica.
Attraverso la sue narrazioni, racchiuse in quattro capitoli, Provera prova a far emergere, filtrati da una varietà di atteggiamenti e sfumature, frammenti di vita quotidiana e riflessioni sul quartiere, ma anche sull'attualità e la storia recente del paese sudamericano, suggestioni che compongono insieme una sorta di ritratto collettivo dell’Obra sullo sfondo della società rioplatense.
