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    03/07/2024

Un libro per ricordare la lezione di Giuseppe d’Errico

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Giuseppe d'ErricoGESUALDO – In un libro la lezione di Giuseppe d’Errico, il preside-umanista scomparso nello scorso mese di marzo, il cui ricordo è ancora vivo in quanti l’hanno conosciuto e ne hanno apprezzato le doti umane e professionali. A curarne la prossima pubblicazione Giuseppe Iuliano, Teresa Romei, Paolo Saggese, Salvatore Salvatore, Armando Saveriano, del Centro di documentazione sulla poesia del Sud che, insieme con l’amministrazione comunale di Gesualdo, paese natale di d’Errico, e l’associazione Logopea, ha organizzato per domani, con inizio alle ore 17.00, preso l’aula consiliare, la presentazione dell’anteprima del libro dal titolo Vita e opera di un “Operaio di sogni”/Giuseppe d’Errico:uomo, docente, poeta, scrittore, critico letterario e d’arte.  Dopo i saluti del sindaco di Gesualdo, Domenico Forgione, di Rita Imbimbo, presidente dell’Università della Terza età e dell’editore Silvio Sallicandro, i lavori, moderati da Paolo Saggese, del Centro di documentazione sulla poesia del Sud, prevedono un’introduzione di Giuseppe Iuliano e la lettura di alcune delle poesie di d’Errico a cura di Armando Saveriano.

Sono previsti interventi di Biagio Antonielli, Roberto Barbato, Aurelio Benevento, Alfonso Cuoppolo, Alessandro Di Napoli, Tullio Faia, Giuseppina Finno, Alessandro Iuorio, Luisa Martiniello, Alfonso Nannariello, Gerardo Pescatore, Nicola Prebenna, Teresa Romei, Salvatore Salvatore, Giovanni Sasso, Carlo Silvestri, Angelo Trunfio, Michele Zarrella, con letture di poesie di Raffaele Barbieri, Domenico Cipriano, Raffaele Della Fera, Paola De Lorenzo Ronca, Gabriele De Masi, Ugo Piscopo, Anna Maria Renna, Armando Saveriano. Alla manifestazione saranno presenti la signora Rosanna Martino, moglie di d’Errico, e i figli Giusi e Gerardino.

Qui di seguito proponiamo una delle introduzioni al libro, quella a cura della presidente della Terza età, Rita Imbimbo:

*  *  *

Il Preside, il Professore, il Prof d’Errico o anche soltanto Peppino, come lo si sentiva chiamare dall’adorata moglie…tutto ciò che sappiamo è che qualsiasi fosse il modo di chiamarlo, Giuseppe d’Errico c’era.  Da oltre vent’anni, in Associazione semplicemente era e lo si aspettava per le lezioni di letteratura, per le numerose presentazioni di libri, per i suoi insostituibili interventi.

Non mancava occasione, più o meno formale, solenne o riservata, che il professore d’Errico non avesse un angolino tutto per sé, quello che mi piace definire lo speaker’s corner, questa volta non del londinese Central Park, ma di una cittadina che gli ha sempre riconosciuto il merito di essere l’Oratore. Una realtà difficile e talvolta irriconoscente, costituita spesso da fazioni e pareri discordanti, di fronte alla professionalità, genialità e pertinenza del Professore, si ritrovava unita e concorde nel riconoscerne la naturale superiorità. Come se il timbro della sua voce, quel “quasi sottovoce” ponesse l’uditore in una condizione di necessaria e maggiore attenzione, perché i suoi non erano mai interventi dettati dall’ovvietà né dal prevedibile quanto piuttosto dalla propria angolazione con cui osservava quello spettro di colori che più che tonalità rispecchiavano sfumature.

I suoi interventi erano ineguagliabili o semplicemente differenti, differenziati e differenziabili. Il suo ricordo sarà legato alla capacità di trasmettere un’eredità umana e letteraria rara e preziosa e la sua immagine sarà quella di una unicità irripetibile che rappresenterà elemento di orgoglio per la sua città.

 

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