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    03/07/2024

Il marito di Elena/Altavilla rende omaggio a Giovanni Verga

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Cultura2_altavi_verga.jpgALTAVILLA IRPINA – Domani, con il patrocinio del Comune di Altavilla Irpina e della Provincia di Avellino, verrà ricordato il romanzo verghiano Il marito di Elena, ambientato appunto nel paese della Valle Caudina.

"Sapori e ricordi nell'antico borgo amato da Verga" è il titolo della manifestazione. È  abbastanza singolare, in effetti, questa ambientazione irpino-partenopea del romanzo (che si svolge fra Napoli e Altavilla), soprattutto se si tiene conto del fatto che la narrativa verghiana, a partire dagli anni Ottanta dell'800, è tutta ambientata in Sicilia. Il marito di Elena viene pubblicato l'anno successivo ai Malavoglia ed ha addirittura più successo di quest'ultimo, abbastanza sfortunato, al suo apparire, nelle vendite. “Ora ti manderò i miei libri – scrive Verga a Ferdinando Martini nella primavera del 1882 – compreso l’ultimo, una ciambella riescito senza buco, i Malavoglia cui voglio bene dippiù”.

Oggi, invece, Il marito di Elena è quasi dimenticato, ignorato anche dagli studenti liceali che invece ben conoscono sia I Malavoglia che Mastro-don Gesualdo. Nè è valso a dare maggiore popolarità al romanzo lo sceneggiato televisivo proposto diversi anni fa dalle reti nazionali, con una Giuliana De Sio perfettamente calata nella parte di Elena.

Questa in breve la trama: Cesare Dorello è un giovane altavillese che, rimasto orfano di padre, viene seguito dallo zio prete, don Anselmo, che lo indirizza agli studi giuridici. A Napoli Cesare si innamora di Elena, figlia di un ex funzionario borbonico che per lei ha immaginato ben altre nozze. Ma, nonostante la sua opposizione i due si sposano. Mentre l'amore di Elena è per Cesare l'unica ragione di vita, per lei è irresistibile l'attrazione di una vita mondana e spensierata, che la ponga al centro delle attenzioni di uomini altolocati e ricchi. È evidente il contrasto che Verga si pone di tracciare fra una aristocrazia frivola e la sanità morale della borghesia di provincia, come è evidente l'ascendente letterario, almeno in parte, della Bovary di Flaubert.

Il dramma esplode quando la coppia rientra ad Altavilla perché la madre di Cesare è malata. Qui Elena accetta la corte del barone locale. Le chiacchiere corrono e quando Cesare le chiede spiegazioni, sperando in un ravvedimento e forse anche in una bugia, la situazione precipita. Di fronte all'indifferenza della moglie, l'avvocato di Altavilla la uccide con tre coltellate.

Resta la curiosità di questa ambientazione irpina alla quale, peraltro, è possibile trovare un piccolo antecedente. La protagonista di Tigre reale, infatti, in fuga verso Ancona, si ferma per una notte a dormire ad Avellino, presso l'albergo della Posta. Va anche detto che l'ambientazione altavillese è abbastanza di maniera. I cognomi dei personaggi sono avulsi dall'onomastica locale e le descrizioni dei luoghi sono quasi sempre poco caratterizzate, tanto da ricordare da vicino le campagne catanesi piuttosto che quelle irpine. Ma, sopratutto, l'ambientazione originaria del romanzo era fra Mineo e Catania e all'amico Capuana Giovanni Verga aveva chiesto dei dettagli sulle chiese di Mineo, proprio per poter essere più preciso nella descrizione dei luoghi. E questa ambientazione siciliana è nell'unico manoscritto autografo del romanzo che si conserva. Proprio in questo manoscritto, però, i toponimi originari sono sostituiti con quelli irpino-napoletani, anzi ricoperti con striscioline di carta. Insomma Verga decise di passare dall'ambientazione siciliana a quella irpina proprio all'ultimo istante, prima che il romanzo venisse stampato da Treves, a Milano.

Resta l'interrogativo: perché Altavilla Irpina? Due le ipotesi sul tappeto: la prima, che ci sembra la più debole, che intendesse rendere omaggio al grande critico irpino Francesco De Sanctis; la seconda, che sia stato influenzato dal suo amico e corrispondente Carlo Del Balzo, di San Martino Valle Caudina. E l'ambientazione del romanzo non a San Martino, ma nella vicina Altavilla, avrebbe evitato anche di ricondurre ai "suggerimenti" di Carlo Del Balzo ogni riferimento (ancorché casuale) a fatti e personaggi realmente esistiti.

Aggiornamento del 28 gennaio 2015, ore 12.51 – ALTAVILLA IRPINA – Si è tenuta ieri ad Altavilla, nell'antica dimora dei De Capua, la celebrazione della giornata dedicata a Giovanni Verga. C’è stata una grande partecipazione di studenti e studiosi che hanno potuto visitare l'antico palazzo ritornato al Comune dopo circa cinquant'anni di chiusura e di abbandono.

È stata posizionata una targa ricordo in omaggio allo scrittore catanese, in pieno centro storico, che dice:  "A Giovanni Verga (1840-1922) Maestro magnifico dell'arte narrativa che, tra i salotti napoletani e le "stradicciuole" di Altavilla, nell'anno 1881, animò il confronto tra i cambiamenti della città e gli stabili canoni della vita del paese, immaginando lo svolgersi del romanzo "Il marito di Elena" che descrive il congegno delle passioni e "la pace inalterabile del paesello". L'Amministrazione Comunale, il 27 gennaio 2015, in occasione della ricorrenza della sua morte e del 133° anniversario della prima pubblicazione dell'opera avvenuta nel febbraio 1882 a cura dell'editore milanese Emilio Treves, a futura memoria, pose".

 

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