AVELLINO – La quarantesima edizione del Laceno d’Oro, festival internazionale del cinema organizzato dal Circolo di cultura cinematografica “immaginAzione”, punta in maniera decisa alla valorizzazione dei luoghi interessati coinvolti nella kermesse cinematografica. Su questa traccia, domani, 15 settembre 2015 alle ore 16:00, presso la biblioteca statale di Montevergine situata nel palazzo abbaziale del Loreto, si terrà il convegno dal titolo “Eventi culturali e turismo: un binomio possibile”.
Nel corso del convegno, a cui parteciperanno i sindaci e i presidenti delle Pro-Loco dei Comuni di Avellino, Ariano, Atripalda, Candida, Manocalzati, Mercogliano, Mirabella Eclano, Pietradefusi e Summonte, verranno presentati gli itinerari turistici ed enogastronomici del “Laceno d’Oro”. Il focus dell’incontro sarà incentrato – si legge in un comunicato – sulla capacità degli eventi culturali di incidere sulla presenza e la continuità turistica anche in realtà lontane dai principali circuiti e dai grandi flussi, grazie ad un’offerta culturale di qualità, alla capacità di programmare le attività in maniera strategica e continuativa, al ricorso ad adeguate politiche di marketing e al coinvolgimento diretto di tour operator e strutture ricettive in modo da fare sistema sul territorio e attirare importanti quantità di spettatori/visitatori.
La giornata proseguirà con l’inaugurazione della mostra dal titolo “Cesare Zavattini. Buongiorno Italia”, curata da Orio Caldiron e Matilde Hockhofler in collaborazione con l’archivio Cesare Zavattini e la biblioteca Panizzi di Reggio Emilia. L’appuntamento è alle 17:30 al Cinema Panopticon del carcere borbonico di via Dalmazia ad Avellino.
Scrittore, giornalista, sceneggiatore, autore radiofonico e teatrale, poeta, pittore, Cesare Zavattini è una delle figure più significative del Novecento ancor oggi di sconcertante attualità. La mostra documentaria proverà a ricostruire il percorso di vita e di cultura del “poeta del neorealismo”, che fu anche presidente di giuria e illustre sostenitore del “Laceno d’Oro”.
Alle 19:00, sempre al Cinema Panopticon del carcere borbonico verrà proiettato il mediometraggio “The great mother dreaming” per la regia di Nello Conte e Antonio Cola.
In serata il Laceno d’Oro 2015 si sposterà al Movieplex di Mercogliano dove sarà proiettato il film di Stefano Chiantini dal titolo “Storie sospese”, interpretato da Marco Giallini e Maya Sansa, prodotto da Rai Cinema e in concorso nella sezione “Orizzonti” alla 72esima edizione del Festival del Cinema di Venezia appena conclusosi. Al termine della proiezione si terrà l’incontro con l’autore Stefano Chiantini e l’attore Giorgio Colangeli.
In contemporanea, nell’Arena XXIV Maggio di Mirabella Eclano, alle 20:30, si terrà la proiezione del film “Pitza e Datteri” di Fariborz Kamkari e a seguire, incontro con l’attrice Hafida Kassoui.
WORKSHOP E ATTIVITA DIDATTICHE
Saranno due gli appuntamenti prettamente didattici e formativi di questa edizione del Laceno d’Oro che si terranno al carcere borbonico e alla Casina del principe dal 21 al 25 settembre. Due workshop curati da Vincenzo Gioanola incentrato sul cinema d’animazione e da Daniele Gaglianone relativo al documentario cinematografico.
“DISEGNI E GRAFFI ANIMATI. WORKSHOP SUL CINEMA D’ANIMAZIONE” CON IL MAESTRO VINCENZO GIOANOLA.
Uno speciale workshop per bambini sul cinema d’animazione. Un laboratorio pomeridiano di quattro giorni, dal 21 al 24 settembre, che li renderà protagonisti di un piccolo film realizzato interamente da loro stessi, disegnando e colorando sulla pellicola 35mm, che sarà proiettato il 30 settembre, nel corso della giornata conclusiva del Festival internazionale del Cinema “Laceno d’Oro”.
“REALIZZARE UN DOCUMENTARIO” - WORKSHOP A CURA DI DANIELE GAGLIANONE
Il secondo workshop si terrà, invece, presso la Casina del principe dal 21 al 25 settembre. Il corso sarà aperto a giovani allievi che saranno formati nella realizzazione di un documentario dal famoso regista piemontese, docente presso l’Università di Torino e l’Aiace.
SCHEDA FILM: STORIE SOSPESE
Durata: 92’
Origine: Italia, 2015
Soggetto e sceneggiatura: Stefano Chiantini, Luca Benedetti, Chiara Atalanta Ridolfi, Marta Manzotti
Interpreti: Marco Giallini, Maya Sansa, Alessandro Tiberi, Antonio Gerardi, Pietro Bontempo, Simonetta Solder, Giorgio Colangeli, Sandra Ceccarelli
Fotografia: Tarek Ben Abdallah
Produzione: Faso Film, Rai Cinema, con il contributo del MiBACT, iIn associazione con Chiantbanca Credito Cooperatvo
Storie sospese in un paesino abruzzese. Come se il tempo si fosse per un attimo fermato. In attesa che qualcosa accada. La terra è una presenza costante in questo nuovo lungometraggio di Stefano Chiantini, dopo Una piccola storia, L’amore non basta e Isole, teso alla continua interazione tra il luogo e le diverse storie tra i personaggi. Il film, dedicato agli abitanti di Ripoli, ha come protagonista Thomas (Marco Giallini), un rocciatore che dopo la morte di un collega e amico, si ritrova disoccupato. Gli viene offerto un nuovo lavoro dal suo vecchio amico Ermanno (Antonio Gerardi), che con la sua ditta sta costruendo un nuovo tunnel per l’autostrada. Lì inizia a lavorare assieme a un giovane geologo, Alessandro (Alessandro Tiberi). Ma sul posto si rende conto con i giorni che questi lavori stanno causando dei gravi danni alle abitazioni. Tra coloro che sono a capo del movimento di protesta che vuole interrompere gli scavi ci sono il geometra Bucci (Giorgio Colangeli) e la maestra elementare Giovanna (Maya Sansa). A questo punto Thomas si trova davanti un bivio: far finta di niente o perdere il lavoro sicuro?
SCHEDA FILM: PITZA E DATTERI
Regia: Fariborz Kamkari
Durata: 92’
Origine: Italia, 2015
Soggetto e sceneggiatura: Antonio Leotti, Fariborz Kamkari
Interpreti: Giuseppe Battiston, Maud Buquet, Mehdi Meskar, Hassani Shapi, Giovanni Martorana, Esther Elisha, Gaston Biwolè, Monica Zuccon, Hafida Kassoui
Fotografia: Gogò Bianchi
Produzione: Far Out Films in associazione con Adriana Chiesa Entertainment e Acek
La vita della comunità musulmana di Venezia viene sconvolta dall’arrivo di Zara che apre il suo salone di bellezza al posto della Moschea. Per risolvere la questione viene mandato direttamente dall’Afghanistan il giovane Imam Saladino che sodalizza con il friulano Bepi, convertito all’Islam, in una battaglia contro la “donna infedele” dagli esiti imprevisti e inattesi nella cornice di una Venezia tutta da scoprire. Fariborz Kamkari, dopo il drammatico I Fiori di Kirkuk, si da a un film più leggero, e a tratti ingenuo, con Pizta e datteri, dove si affronta il difficile tema dell’integrazione sociale e culturale in una città che il regista definisce ponte tra Oriente e Occidente e cioè Venezia, di cui vediamo dei bellissimi scorci poco turistici e conosciuti che fanno la vera magia della pellicola. Il regista s’ispira alla commedia italiana a cui ha sempre visto con ammirazione e il film resta sempre in bilico tra leggerezza di fondo e profondità intellettuale e d’intenti. Il film va contro i pregiudizi e gli stereotipi del mondo arabo, tratteggiando una realtà spesso conciliante, poetica e incantata. La città di Venezia diventa un vero e proprio personaggio e nonostante sia una delle location più abusate del cinema, qui trova la sua ragion d’essere. Coinvolgente e apprezzabile la colonna sonora composta dalla celebre orchestra di Piazza Vittorio.