CAGLIARI – «In "VeraZnunt" (la Rinascita, in armeno) si concentra in pochi minuti e attraverso tracce esigue, l'atrocità dell'eccidio armeno, perpetrato tra il 1894-1896 e nel 1915-1916 per mano turca e curda e in cui venne sterminata più della metà dell'intera popolazione. All'inizio il testo scritto in armeno, che sintetizza alcuni momenti dell'eccidio raccontati dalla voce narrante, scorre su un'immagine fotografica che affiora lentamente dal fondo dello schermo. La foto d'epoca rappresenta un gruppo di uomini e bambini con figure composte e volti seri. Al canto liturgico armeno si intreccia la voce dell'uomo che narra i fatti di cui è stato anche partecipe e testimone. Alla conclusione del testo, grazie alla computer grafica, piccolissimi movimenti riportano in vita i personaggi e qualcuno sembra muovere il volto, altri le braccia. Il video termina con l'immagine di un prato in ricrescita una volta finito l'inverno: simbolo di speranza e rinascita di un popolo la cui storia è spesso stata tralasciata e dimenticata».
Così Elena Marcheschi (19. Invideo 2009) spiega il significato di VeraZnunt, il video del regista avellinese Antonello Matarazzo inserito nella mostra multimediale “La Marche dans le désert. 1915-2015”, che sarà inaugurata dopodomani, alle ore 18.00, nella sala polifunzionale del Parco di Monte Claro a Cagliari, nel centenario del genocidio armeno in cui vi fu un milione e mezzo di vittime. Cinque le sezioni, “Cinema”, “Arti visive”, “Musica”, “Letteratura”, “Danza”, in cui sarà distribuita la mostra – patrocinata dalla Provincia di Cagliari e dall’ambasciata armena di Roma – cui daranno il loro contributo 35 artisti provenienti da vari Paesi.