AVELLINO – Alla scoperta di Giovanni Battista, il pittore avellinese dell’Ottocento allievo di Cesare Uva, il famoso autore di Piazza della Libertà ad inizio del XIX secolo, formatosi poi a Napoli alla scuola di Posillipo attraverso gli insegnamenti di Filippo Palizzi prima, di Eduardo Dalbono poi. L’occasione è offerta dal seminario di studi e dalla mostra promossi dall’associazione Amici del Mdao in collaborazione con le associazioni Irpinia Insieme, Associazione culturale Aco di Avellino, Club Unesco di Avellino e Fare Ambiente.
Il programma dei lavori, che si svolgeranno dopodomani, a partire dalle 18.30, presso il salone delle conferenze del Palazzo vescovile e che saranno moderati da Vincenzo Sbrescia, prevede, dopo l’introduzione di Don Gerardo Capaldo, direttore dell’ufficio delle comunicazioni sociali della Diocesi di Avellino), Carmine Lepore Atb consulting di Avellino, Ingrid Titomanlio presidente del Club Unesco di Avellino e Antonio Carpentieri consulente Ucsi di Avellino, le relazioni di Antonio Cutolo su La pittura dell’Ottocento in Irpinia e Andrea Massaro su “Avellino ai tempi di Battista”. Un profilo critico di Giovanni Battista sarà tracciato, in conclusione, dal critico d’arte Stefano Orga.
Giovanni Battista nacque ad Avellino il 7 aprile 1858 da una famiglia contadina, che abitava nella zona di “Contrada Vasto”.
Apprese i primi rudimenti della pittura presso lo studio avellinese del rinomato artista Cesare Uva (1824-1886), lontano parente paterno, che lo indirizzò verso i canoni del vedutismo di stile posillipiano. Cesare Uva lo spronò a recarsi a Napoli per continuare gli studi presso il Regio Istituto di Belle Arti. A Napoli seguì gli insegnamenti di Filippo Palizzi (1812-1899), anche se fu molto attratto dalle tematiche espressive e compositive della Scuola di Posillipo.
Nel 1877 conobbe il grande artista Eduardo Dalbono (1841-1915), dal quale rimarrà influenzato nella produzione artistica. Viaggiò molto in Italia, visitando particolarmente il Lazio, la Liguria, la Lombardia, la Toscana, l'Emilia e in Veneto. All'estero visitò Parigi, in Francia, nel 1899. Prese casa a Napoli, in una traversa fra via Chiatamone e via Partenope, ove ha vissuto fino alla morte. Il 18 gennaio 1925 si spense a Napoli.
Si dedicò principalmente alla pittura di paesaggio, ritraendo i luoghi visitati e non; rari, ma ricercati, sono i suoi scorci di Avellino e i suoi paesaggi irpini. Prediligeva dipingere con le tecniche dell'acquarello, della tempera e della gouache su carta e cartone.