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    03/07/2024

In mostra ad Avellino le tele di Gatti, l’ufficiale-artista che ama la pittura

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Carlo Gatti con alle spalle alcune delle sue teleAVELLINO – Torna ad Avellino, sua città d’adozione, con un nuova personale, l’ufficiale-artista Carlo Gatti che ha presenziato, sabato scorso, all’inaugurazione della mostra presso “Ricordi e…” di via Tagliamento con la presentazione critica di Domenico Pisano. Trentacinque i dipinti esposti che ripropongono, in una sorta di viaggio della memoria, i temi cari a Gatti che vanno dall’amore per la natura ed il paesaggio a quello della interpretazione della vita filtrata attraverso i volti femminili in un mix tra mistero e libertà dell’animo, tra la quotidianità dei sentimenti e l’impenetrabilità dell’io. Ma chi è Carlo Gatti?

Nato nel marzo del 1948, Carlo Gatti è solo “casualmente” avellinese perché il padre, ufficiale di carriera, si trovava in servizio alla caserma Berardi. Nonostante la casualità Carlo Gatti non ha abbandonato la sua città natale e oggi risiede a Mercogliano. La sua biografia è davvero particolare e avvincente. La sua famiglia, originaria di Salerno, possedeva quasi tutta Fratte e gestiva la sorgente di acque minerali "Vitolo-Gatti", esportata a quei tempi fino a Firenze.

Per rispettare le tradizioni familiari sia Carlo che il fratello minore hanno intrapreso la carriera militare frequentando prima la Scuola militare "Nunziatella" a Napoli, poi l'Accademia militare di Modena. Oggi il fratello vive in Emilia Romagna ed è generale dei carabinieri in pensione, mentre Carlo, dopo una lunga carriera in tutta Italia e all'estero, è colonnello dell'esercito in pensione, vantando anche la nomina di cavaliere conferitagli dal presidente della Repubblica Scalfari nel 1994. Il suo lavoro da ufficiale se, da un lato, lo allontanava dalla vita d’artista pubblica, dall'altro gli consentiva di vedere e conoscere nuovi luoghi e grandi uomini di cultura, come il maestro Borgonzoni che, nel 1971, lo “accolse” nel suo studio permettendogli di “rubargli” il mestiere. Una delle esperienze artistiche più importanti è legata all’incontro, nel 1975 a Roma, con l'architetto Giulio De Angelis, pittore, scultore, e incisore, che divenne suo maestro personale d’arte e di vita. Ancora oggi, ottantenne, De Angelis lavora e produce capolavori quali le Porte in bronzo del Duomo di Palestrina.

Ma la "mania" del disegno, come ama chiamarla l’artista, non poteva essere ignorata. All’età di 13 anni, infatti, Gatti inviò dei disegni alla rivista sportiva "Il calcio ed il ciclismo illustrato” ricevendo il plauso di tutta la redazione. Due vite quelle vissute dal maestro Gatti. Negli anni Ottanta, trasferito nella Nato, ha lavorato per dodici anni nel settore dell'intelligence, in piena guerra fredda, disegnando aerei, carri armati, navi e altri strumenti bellici. Ha avuto, inoltre la possibilità di conoscere l’Europa frequentando i musei e incontrando grandissimi artisti. Agli inizi degli anni Novanta, a Roma, al comando del carcere militare di Forte Boccea, ha “creato” una sala di pittura e ceramica diretta dal maestro De Angelis indicando una "nuova strada" al personale in custodia, tra cui anche ospiti "eccellenti", come Priebke. Nel 1997 ha lasciato con il grado di colonnello la vita militare per dedicarsi interamente alla sua passione di sempre. Così è iniziata ufficialmente la sua seconda vita. Ha frequentato l'Accademia di Belle Arti di Roma e sotto la direzione del rettore, prof. Antonio Passa, mostrando i suoi lavori trasforma la galleria "L'Agostiniana" di Piazza Del Popolo nella sua dimora. Qui ha partecipato a diverse collettive, inaugurando la sua prima personale.

Poi, si è fatto conoscere ed apprezzare anche in Irpinia, presentando, nel 1997 la personale antologica, con dipinti dal 1971 al 1997, nella chiesa del Carmine. La mostra venne organizzata dal compianto Carlo De Angelis, proprietario ad Avellino della galleria "L'Arte in cornice". I consensi di pubblico e critica lo spinsero a organizzare una seconda personale, l’anno successivo, nel Palazzo della Provincia. Da allora le partecipazioni alle mostre, sia personali che collettive, sono state continue. Solo per citarne alcune: personale a Bologna, presso la galleria d'arte "Gnaccarini"; collettiva a Sanremo con la galleria "La Telaccia" di Torino; mostra di 4 artisti a Forlì con la galleria "Benedetta Farneti"; 41^Biennale di Venezia; "Here Now" collettiva di 44 artisti (solo 3 artisti italiani) con la VividsArtNetwork di New York. Durante questa ultima mostra, un suo dipinto è stato scelto per la pubblicazione sul depliant ufficiale della Vividsartsnetwork, interessando anche un mercante d’arte americano con il quale ha appena avviato un rapporto di collaborazione.

Le sue opere sono esposte in numerose collezioni pubbliche e private, come nell'hotel San Donato di Bologna e presso gli uffici della Zurich Italia. Su di lui hanno scritto i maggiori critici accreditati.
Tra gli altri, segnaliamo quanto scrisse il nostro conterraneo, il professor Carlo Laudadio: «Nel panorama dell’arte contemporanea la ricerca del nuovo porta a formule che spesso rivisitano sentieri già percorsi e senza arrivo alcuno. Gli autori che si rifanno invece all’impressionismo come moto dell’animo e del più puro estetismo e traggono da esso continuità, significato, linfa, brillano come luci in un mondo di tenebre. In questo fulgore ritrovato si colloca Carlo Gatti con adesione ed evidenza esplicita, esprimendosi in una felice sintesi ove trovano spazio e collocazione una cultura non comune e una esperienza senza tempo. La sua pittura è libera e affrancata da pesi e costrizioni. È armonia, spontaneità, naturalezza. È poesia visiva, ricerca poetica, ansia autentica. La tavolozza è ricca. Di blu cobalto, intensa, profonda, allorché narra la natura femminile in tutta la impenetrabilità e il mistero. Squillante nei colori quando racconta la natura e i paesaggi. Tenera e sognate nei fiori acquerellati».

 

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