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    03/07/2024

Nel carcere borbonico la bella estate tra musica, mostre e laboratori di lettura

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Mostre_bella_estate.jpgAVELLINO – Al via venerdì prossimo, 5 luglio, «La bella estate»: una manifestazione culturale che fino al 25 agosto animerà gli spazi del carcere borbonico, in via Dalmazia ad Avellino.

Ideata da Luca Caserta del Godot Art Bistrot e Fortunato Iannaccone della casa editrice Mephite, patrocinata dalla Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici delle province di Salerno e Avellino, «La bella estate» propone un programma ricchissimo di eventi con la presenza di scrittori, musicisti, artisti e attori provenienti da tutta Europa.

Il programma è diviso in otto settori: «Evasioni sonore» dedicato ai concerti di gruppi rock; «L’ora d’aria» che prevede rappresentazioni teatrali; «Fiori di carta», la rassegna cinematografica curata dal critico cinematografico Aldo Spiniello; «Storie di musica» approfondimenti sui grandi della musica a cura di Michele Acampora; «Letture dal carcere» dove leggeranno le loro opere gli scrittori irpini Franco Arminio, Cecilia Valentino, Marco Ciriello, Giuseppe De Nisco, Franco Festa, Annamaria Gargano, Claudia Iandolo, Armando Saveriano, Luca Caserta ed Emilia Bersabea Cirillo; «Suoni della poesia» con reading di poeti campani. Due spazi infine saranno adibiti a mostre ed esposizioni di artisti contemporanei provenienti da tutta Italia. Diversi anche gli incontri e i laboratori curati da esperti del settore: «Premio Werner Bischof», «Premio Astolfo sulla luna», «Cafè Philo» e «Scuola Holden». Il programma completo è consultabile in pdf in calce all’articolo.

«Se in città ci fosse un misuratore di quiete – affermano Caserta e Iannaccone – un oggetto che facesse i compiti con una bislacca elettronica della bellezza, un totem alchemico che rilevasse toponomastiche della meraviglia, allora certamente tra i luoghi eletti ci sarebbe uno spicchio triangolare del carcere borbonico di Avellino, lì dove l'ombra incanta le mura. Una spiaggia quasi deserta, una topografia della pietra, che canta di riposi e riflessioni tra la luce rifratta. Se il rischio fosse un'equazione, la costante sarebbe la magia. Il tentativo impudente di metter su la tavola per pranzo, invitando convitati a lungo attesi e trattenuti in giardino per un tempo che superi di gran lunga un convenevole benvenuto. La «bella estate» - concludono gli organizzatori - è un invito speciale, un dono alla città per riscoprire insieme il senso delle cose e la forza della creatività. Immagina una città viva. Potresti dire che siamo dei sognatori, ma non siamo i soli».

Programma

 

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