AVELLINO – Sarà inaugurata domani nel foyer del teatro Comunale di Avellino, nell’ambito della rassegna Arte in scena 2014, la mostra personale della pittrice Rosa Monti, nata a Casamicciola nel 1931, vissuta per lunghi periodi della sua vita a Roma, in Lombardia, Veneto e a Lugano in Svizzera, ospite anche della Casa di riposo “Roseto” di Avellino. In esposizione circa venti dipinti che coprono mezzo secolo di dedizione di Rosa Monti alla pittura, tutte realizzate con la tecnica ad olio su tavola. Paesaggi, figure e nature morte con fiori: questi sono i soggetti preferiti dall’artista, che ha preferito dipingerli non con il pennello, ma con le dita, per provare l’ebbrezza di plasmare le paste e di assorbire la fisicità dei colori. Al vernissage interverranno l’artista Rosa Monti, il presidente dell’Istituzione Teatro Comunale, Luca Cipriano e lo storico dell’arte Alberto Iandoli.
La mostra personale di Rosa Monti sarà ospitata nel foyer del Gesualdo fino al 12 luglio e sarà aperta al pubblico dal martedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20.
BIOGRAFIA
La figura di Rosa Monti, nota finora solo ai conoscitori più attenti, merita di occupare un posto dignitoso nel panorama artistico contemporaneo, per due diversi ordini di motivi. «Il primo è di carattere espressivo e consiste nella liricità che è presente nelle sue opere, che nel corso del tempo si è sempre espressa con nitida coerenza nei suoi paesaggi, così come nelle numerose nature morte con fiori, con una voce al tempo stesso sommessa e forte che Rosa Monti fa sentire con le sue opere – spiega lo storico dell’Arte Iandoli – Il secondo motivo è di carattere per così dire sociologico Rosa Monti è una pittrice e più in generale un’artista che ha saputo seguire e affermare la propria vocazione espressiva, iniziando a dipingere in una Italia meridionale agli albori degli anni ’60 del secolo scorso, esattamente nel 1961 quando grazie a delle tele, colori e pennelli, dono di suo fratello, in un momento non felice della sua giovinezza Rosa iniziò a dare libero sfogo alla sua, sino a quel momento, repressa naturale attitudine per il dipingere».
Siamo agli inizi degli anni ’60, in un’epoca in cui le donne-artiste erano ancora un’eccezione anche in una provincia, quella napoletana in cui la condizione femminile allora era gravata da un’arretratezza inimmaginabile. Il lavoro di Rosa Monti, comunque, non può essere ricondotto solo al suo significato di exemplum sociale, di sfida paradigmatica ai pregiudizi del suo ambiente e del suo tempo, ma, nell’osservare il suo percorso artistico, non si può nemmeno dimenticare che quel percorso, qualunque siano stati i suoi esiti, ha qualcosa di eroico, perché si è svolto affrontando e superando un insieme di ostacoli, spesso materiali, più spesso psicologici. Non sono mancati nel corso degli anni, tuttavia, premi e riconoscimenti all’artista Rosa Monti sia in Italia che all’estero, ma questi non hanno minimamente modificato l’essere di Rosa Monti, che oggi che conta poco più di quattro volte 20 anni, appare a chi le si avvicina una donna schietta, sincera, gioiosa, così come gioiose sono le sue opere.