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    03/07/2024

Al Polo giovani in scena gli allievi del Clan H

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Spettacoli6_clan_h24.jpgAVELLINO – Al Polo giovani di Avellino è andata in scena la performance “Aion e le scelte del tempo” dei ragazzi del laboratorio “Sentinelle del sogno” di cui sono stato l’autore e il regista curato dagli operatori del Clan h teatro Laura Tropeano, Santa Capriolo e Elisabetta Iannaccone.

Sul palco Fabiana Iannaccone, Ludovica Cucciniello, Luca De Martino, Camilla Acernese, Vittoria D’Alessandro, Niccolò  Di Rienzo, Adelaide Gaeta, Emilia Kosiichuk, Nikolaos Monselas, Giulia Montella, Salvatore Principe, Chiara e Giuseppe Sandullo, Federica Strozziero, Riccardo Tulimiero, Fabiana Acernese, Antonio La Peruta, MariaGuerina Mastrogiacomo, Giorgia Principe, Martina Sfera, Carmine Tropeano, Asia Valentino

In un tempo lontano e in un luogo immaginario abitati da re, duchesse, contesse e principesse, un attore cerca il suo sogno, una poetessa i suoi ricordi, uno scrittore la sua storia: cercano la loro"forza vitale", il senso supremo del tempo umano.

Tra le intermittenze e le anacronie dell’esistenza di ciascuno di loro, un giovane re, Neos, moderno nella sua antica dimora immobile, attanagliato dalla solitudine e desideroso di amici, con l'aiuto di una maga, chiama a raccolta i viaggiatori del mondo, del mare e del cielo. La passione per l'avventura, per la scoperta, per la navigazione e per il volo, è stato il loro aion, la loro sfida di sogno e per il sogno, il loro movimento e il loro cambiamento.

"Facciamo qualcosa, cari viaggiatori, per il futuro", chiede una ragazza scappata da terre di confine, "affinché lunga, lunghissima sia questa strada, dovunque porti, dovunque vada, e lungo, lunghissimo sia questo viaggio, dietro i ricordi, davanti gli sguardi; che non arrivino mai fino in fondo, perché c’è sempre più mondo". Ma il messaggio di aiuto del re Neos arriva anche a lei, all'IA, algoritmo, macchina, dispositivo, speranza per il futuro, negazione del passato, osannato e temuto prolungamento dell'uomo. La velocità, la precisione, la processualità non potranno mai sostituire i tocchi del corpo e del cuore, perché qualcosa dentro di noi è lì a rivendicare la sua esistenza e a farci tornare interi, ciascuno nel proprio aion, nella pienezza ricercata e desiderata di quel "tempo perso per la propria rosa che rende la propria rosa così importante". Che sensazione di pienezza ritrovarsi, tutti, in un teatro, tempio umano del pensiero, della creatività, della fantasia, della comunicazione inter e intrapersonale, dell'affettività, dell'emotività; luogo, di identità e di alterità, di umani sguardi e di umane cure, nell'aion di "un sogno che divora". Sempre.

 

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