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    03/07/2024

Teatro 99 Posti, in scena l’emigrazione al femminile

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Spettacoli_terra_di_mez.jpgTORELLI DI MERCOGLIANO – Nuovo appuntamento, sabato alle ore 20.30 e domenica alle 18.00, al 99 Posti di Torelli di Mercogliano dove andrà in scena Terra di mezzo, una drammaturgia scritta da Pina di Gennaro, che è anche regista, e Anna Coluccino. Ad interpretarla la compagnia Teatri di seta con Elisabetta Bevilacqua, Marina Cavaliere, Serena Lauro, Alessandra Mirra e Maddalena Stornaiuolo. Cinque donne che porteranno sulla scena il tema dell’emigrazione, della grande emigrazione che tra fine Ottocento ed inizio Novecento portarono migliaia di nostri connazionali, soprattutto dal Meridione d’Italia, dalla zone interne del nostro Mezzogiorno, dove è appunto la Terra di mezzo, oltre oceano, in America, nel cosiddetto nuovo continente. E naturalmente tra quanti partivano vi erano le donne come spiegano le stesse protagoniste di Terra di mezzo: “Quando i naufraghi eravamo noi…Ecco il punto di partenza del nostro lavoro, un lavoro di scrittura collettiva, a partire da un’esigenza di racconto, di denuncia, a partire dalla riflessione su avvenimenti recenti e meno recenti e dall’esigenza di mantenere viva la memoria di una vicenda che ancora oggi tocca tanti altri popoli. Per questo, abbiamo deciso di interrogarci intorno ad un tema preciso , quello che, parafrasando Galeano, si potrebbe definire il tema dei “naufraghi della globalizzazione”. Il tema del viaggio legato alla speranza, alla ricerca di un posto nel mondo, dell’integrazione tra i popoli, della tolleranza, dell’incontro tra culture, della diversità, è a nostro avviso fondamentale in una congiuntura storica così delicata. È partito così un lavoro di ricerca comune: testimonianze, interviste, documenti storici, materiale video, film, libri sull’argomento. Abbiamo raccolto tante storie che sono entrate a far parte della nostra indagine e successivamente della nostra messa in scena. Abbiamo provato a mettere insieme gli elementi comuni a queste storie, di trovare la loro matrice complessiva. Abbiamo dato il via ad uno studio legato all’immigrazione. Abbiamo cercato di ricucire le storie ponendo attenzione alle speranze, alle aspettative, alle vicende che hanno interessato tutti quelli che intraprendono il lungo viaggio dell’esodo. Un lavoro accompagnato da continue riflessioni, dalla ricerca costante di una verità. In un secondo momento abbiamo avviato un lavoro di rielaborazione del materiale e delle conoscenze acquisite per dare vita ad un processo di scrittura che ha dato vita al testo dello spettacolo. Il confronto è stato alla base della nostra ricerca, anche nella realizzazione della messa in scena, nell’ipotesi di scenografia,  nella scelta della colonna sonora, dei momenti da privilegiare nel racconto, nella scelta delle finalità stesse del “racconto”. Il testo è inedito. La storia ha luogo idealmente agli inizi del 900, anni in cui si svolsero le prime emigrazioni degli italiani verso il Continente Nuovo (l’America). La scelta di affrontare la problematica  dal punto di vista femminile dà allo spettatore la possibilità di riflettere sulla forza che le donne di allora hanno dovuto dimostrare pur di non perdere i propri mariti o i propri figli, scegliendo di raggiungerli anche a distanza di anni dalla partenza di questi ultimi, ma pone l’accento anche sull’ampiezza delle vedute di queste donne che desiderarono una vita migliore per sé e per le proprie famiglie. È nostro desiderio offrire una possibilità di riscatto a quegli uomini e quelle donne che 100 anni fa hanno spianato la strada a coloro che oggi hanno la possibilità di scegliere di cambiare il proprio futuro, anelando ad una vita diversa, e che in fondo affrontano difficoltà non così differenti da quelle di allora. Durante il percorso dei personaggi è evidente quanto la storia degli inizi del 900 si riproponga ai giorni nostri con crudeltà e difficoltà direttamente proporzionali alla disperazione dei popoli che, anche contro la propria volontà, sono costretti ad allontanarsi dai Paesi d’origine. Le speranze che i personaggi ripongono nella possibilità di un cambiamento basteranno per superare i drammi e gli ostacoli che questo viaggio impone? Il messaggio che intendiamo portare è un messaggio di speranza e di bellezza… ma nella nostra idea l’ultima valutazione tocca al pubblico, che nella parte finale diventa il vero protagonista, trovandosi  di fronte allo “straniero” e dovendo operare la scelta di accogliere o respingere”.

 

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