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    22/07/2024

L’altro Natale/Gli allievi di danza del Gesualdo al carcere borbonico

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L'ex carcere borbonicoAVELLINO –  Un “Rito urbano in forma di processione” per “L’altro Natale” al carcere borbonico di Avellino, con gli allievi del corso di laurea triennale in Discipline coreutiche tecnico compositive - Scuola di Coreografia dell’Accademia Nazionale di Danza di Roma, attivato presso il teatro Carlo Gesualdo di Avellino. “Rito urbano in forma di processione” – si legge in un comunicato – è una performance itinerante, realizzata da Adriana Borriello, responsabile del “Progetto Danza” del teatro comunale di Avellino per i danzatori-studenti del triennio avellinese dell’Accademia Nazionale di Danza, nato dalla sinergia tra il teatro Gesualdo e l’Accademia stessa.

Le tre performance di “Rito urbano in forma di processione”, in programma mercoledì 17 alle ore 18 e giovedì 18 dicembre alle ore 18 e alle 19, rappresentano un unico viaggio reale e simbolico in bilico tra memoria e contemporaneità. All’interno della manifestazione, promossa dalla Soprintendenza ai Beni culturali di Avellino e Salerno “L’altro Natale”, mercoledì 17 (ore 18.00) e giovedì 18 dicembre (ore 18 e alle 19.00), il pubblico sarà condotto attraverso i suggestivi spazi del carcere borbonico di Avellino.

«Nelle stazioni o “Stanze” del nostro viaggio, i giovani danzatori – spiega Adriana Borriello –  rivelano la loro natura, l’umana natura, in un gioco sottile tra il sé e l’altro, tra il qui e l’altrove, tra l’umano e il divino, laddove antiche reminiscenze di riti popolari emergono come engrammi in un sentire del corpo tutto attuale. Nella magia dello stare insieme l’attore e il testimone condividono la densità stratificata dell’esserci, qui ed ora, sempre in bilico tra passato e futuro».

Il progetto nasce come naturale sviluppo del già lungo percorso di ricerca coreografico-poetica sul corpo antropologico realizzato da Adriana Borriello attraverso diversi spettacoli dedicati a Riti e miti del Sud Italia e si ispira alla cultura di tradizione popolare, in particolare a quella del Meridione d’Italia, nella sua relazione col mondo colto. Questa volta l’oggetto performativo in forma di processione diventa un rito contemporaneo radicato nella memoria storica e mitica delle nostre terre. La musica spazierà tra il colto e il popolare, l’acustica e l’elettronica, l’antico e il moderno, creando un universo sonoro organico e potente. L’ingresso per assistere alla performance “Rito urbano in forma di processione” è gratuito.

 

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