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    03/07/2024

Teatro Gesualdo, c’è il Flauto magico dell’Opv

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Spettacoli2_flauto_magi_opv.jpgAVELLINO – Al teatro Carlo Gesualdo di Avellino arriva il Flauto magico targato Orchestra di Piazza Vittorio, settimo appuntamento della rassegna “Grande Teatro”. Domani, alle ore 21.00 e, in replica, domenica alle ore 18.30, sul palcoscenico del massimo cittadino si esibiranno 18 musicisti provenienti da 10 Paesi diversi, sparsi in quattro continenti, che, dopo oltre 150 repliche e 7 anni di grandi successi in giro per il mondo, tornano in tournée in Italia portando in scena un classico dell’opera mozartiana.

Quella del “Flauto magico” – si legge in un comunicato – è un’idea nata nel 2007 e prende spunto dalla partitura originale di Wolfgang Amadeus Mozart, opera assolutamente rivoluzionaria e innovativa ai suoi tempi, per diventare una favola etnicamente e musicalmente meticcia, polifonica e polivalente, figlia di un coacervo di suggestioni ed emozioni davvero senza confini geografici.

L’opera di Mozart diventa, così, una favola musicale, tramandata in forma orale, e giunta in modi diversi a ciascuno dei musicisti che a sua volta la declina attraverso la propria cultura e il proprio linguaggio in una sorta di Babele linguistica ed emotiva che spazierà dal wolof allo spagnolo, dall’arabo al tedesco, dal portoghese all’inglese e naturalmente si amalgamerà insieme all’italiano, lingua di Mario Tronco, direttore artistico e musicale dell’orchestra di Piazza Vittorio.

I ruoli dei protagonisti, in questa riduzione teatrale, sono stati affidati direttamente ai musicisti in base ad una somiglianza di carattere o per affinità con certe esperienze vissute. E così, il principe Tamino è Ernesto Lopez Maturell, un ragazzo che ha tutta l’esuberanza della sua giovane età. Più che dall’amore per Pamina, interpretata dalla folk singer canadese Sarah Jane Ceccarelli, è mosso dal desiderio di avventura e dalla paura dell’ignoto, che a quella età si trasforma in eccitazione. Il sacerdote Sarastro è, invece, Carlos Paz, un artista con un rapporto molto forte con la politica e la religione che racconta spesso dei riti sciamani del suo paese. Brillante e infida, cattiva e virtuosistica, la Regina della Notte s’incarna in Petra Magoni, per renderne tutta l’ambiguità grazie alla sua voce che spazia dai madrigali del Cinquecento alla musica pop. Ma forse è il personaggio di Pamina, di cui Tamino è innamorato, la chiave di volta di questa versione. Pamina, muovendosi sulle tracce del teatro buffo di Mozart, s’impone all’interno della vicenda, strappando la conclusione della storia dalle mani maschili del principe e dei sacerdoti. E per diretta assonanza Pap Yeri Samb è diventato subito Papageno, il personaggio di Mozart che da sempre riscuote la maggiore simpatia del pubblico per il suo modo di “pa, pa, pa, pa” parlare, una persona semplice e profonda con un carattere molto vicino al personaggio mozartiano. Non manca un narratore che avrà la trascinante simpatia del cubano Omar Lopez Valle.

Il Flauto magico di Mozart non sarà eseguito integralmente dall’Opv, ma le melodie saranno riconoscibili, alcune solo tratteggiate, e s’intrecceranno a brani originali dell’orchestra che prenderà posto direttamente sul palco e non nella buca, come nelle opere, e i musicisti diventeranno i protagonisti dell’opera semplicemente indossando in scena il loro costume e guadagnando il proscenio in un concerto semiscenico, diretto da Mario Tronco, coadiuvato negli arrangiamenti da Leandro Piccioni, e degli altri musicisti vittorini in un melange sono che spazierà dal pop al reggae, dal rock al jazz, dalla classica al folk.

 

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