AVELLINO – Con poco più di 14.500 euro di reddito pro-capite la provincia di Avellino occupa il 94esimo posto nella graduatoria nazionale. Il reddito degli Irpini è del 40% più basso rispetto alla media italiana. Il gap è abissale se il confronto è stabilito con le province in testa alla graduatoria. A Milano (45 mila euro a testa) dispongono di un reddito pari a tre volte il nostro. Non molto tempo fa, Avellino tra le province del Meridione svettava; oggi non è più così. Era la prima in Campania, attualmente ha ceduto il primato a Napoli e Salerno.
A scorrere i dati sui conti economici territoriali diffusi dall'Istat, si vede che nella nostra provincia quasi tutti i settori sono in perdita, a dimostrazione che la crisi ha lasciato il segno. L'industria manifatturiera, fiore all'occhiello della nostra provincia, ha ceduto nel 2013 rispetto al 2011, più del 30%, l'industria edilizia il 17% circa, il commercio quasi il 6%, le attività professionali il 2%. Anche il settore della pubblica amministrazione - che col suo 25% del reddito complessivo è la maggiore industria irpina - è marcato col segno meno, sia pure per una frazione di punto.
A mantenere i livelli precedenti è stato il comparto agricolo, il quale però rappresenta soltanto il 4% del reddito totale. Unici comparti in lieve crescita quello delle attività finanziarie e assicurative (+3%), il settore immobiliare (+1,2) e il ramo delle attività artistiche, di intrattenimento e divertimento (+3,6%). Ma si tratta di attività che hanno un peso limitato sul reddito complessivo; insieme rappresentano il 20%.