AVELLINO – Mezzo secolo di vita. Con l’edizione 2016 il Vinitaly, nato nel 1967, celebra i 50 anni della sua esistenza. L’importanza della ricorrenza è sottolineata dalla presenza alla manifestazione del presidente della Repubblica Mattarella che inaugurerà l’edizione del cinquantenario (ci saranno anche il presidente del Consiglio Renzi e il ministro alle Politiche agricole Martina).
In un crescendo esponenziale la fiera veronese ha saputo conquistare lo scettro di massima rassegna vitivinicola del mondo: 100 mila metri quadrati netti di superficie espositiva, oltre 4 mila espositori provenienti dai cinque continenti, migliaia di visitatori e buyers. L’anno scorso la rassegna fu visitata da 55 mila operatori stranieri appartenenti a 141 nazioni. La fiera della città scaligera ha accompagnato nei suoi decenni di vita la crescita dell’enologia italiana; la quale oggi conta su 310 mila aziende vitivinicole, 1.250.000 addetti della filiera, 638 mila ettari di superficie coltivata a vite, 47 milioni di ettolitri di vino prodotto per un fatturato che sfiora i 12 miliardi e mezzo di euro, un export di 20 milioni di ettolitri per una valore di 5,4 miliardi.
Alla kermesse veneta – in calendario dal 10 al 13 aprile – le cantine irpine parteciperanno anche quest’anno in massa: più d’un centinaio; la maggioranza farà parte della “collettiva” organizzata dalla Camera di Commercio di Avellino, le altre saranno presenti con stand autonomi. In vetrina il meglio della produzione autoctona irpina: le tre docg Taurasi, Greco di Tufo e Fiano di Avellino, le 11 doc Irpinia (Aglianico, Sciascinoso, Coda di Volpe, Irpinia Bianco, Rosso, Rosato, Falanghina, Piedirosso, gli spumanti, i passiti), le numerose Igt. Saranno esposti anche i distillati prodotti in provincia.
La massiccia partecipazione delle nostre cantine alla rassegna veronese trova la principale giustificazione nella necessità di ricercare altri mercati e non c’è occasione migliore per trovare nuovi buyers che un punto d’incontro internazionale – qual è il Vinitaly – dove predomina il cosiddetto b2b, il business to business che nell’edizione di quest’anno sarà tenuto separato - è, questa, una novità introdotta dai responsabili della rassegna - dal b2c, business to consumer. Quindi, una fiera che punta sull’incremento dei rapporti tra imprese e, soprattutto, sull’accelerazione dell’internazionalizzazione.
Per le nostre case vinicole la componente estera è fondamentale. L’anno scorso c’è stato un lieve rallentamento dell’export di vini irpini. Ne abbiamo mandati oltre confine per un valore di 14,6 milioni di euro, contro i 14,9 del 2014: la diminuzione ha superato il 2%. Le aziende della nostra provincia confidano in una pronta ripresa di questa non trascurabile voce della nostra bilancia commerciale; le maggiori opportunità per invertire l’andamento negativo possono nascere proprio dai contatti allacciati al Vinitaly, principale piazza enologica del mondo.