AVELLINO – Si assottiglia, sia pure di poco, la consistenza dell'apparato imprenditoriale in provincia di Avellino Le statistiche diffuse qualche giorno fa da Unioncamere-Infocamere consentono di rilevare che all'anagrafe della Camera di commercio avellinese sono iscritte, a fine marzo scorso, 43.557 imprese. È il numero più basso dell'ultimo triennio. Va detto, però, che il primo trimestre dell'anno è il periodo in cui storicamente le cessazioni di attività sono numericamente più alte delle iscrizioni. Ciò perché chi chiude bottega, per ragioni fiscali, fa coincidere la cancellazione con l'inizio dell'anno; infatti, il “tasso di crescita” (dato dal rapporto tra il saldo tra iscrizioni e cessazioni e lo stock di imprese registrate) nel periodo gennaio-marzo assume quasi sempre il segno meno.
Nel 2017 è stato pari in Irpinia a - 0,44%. Da notare, però, che questa volta è pari quasi al doppio del valore raggiunto l'anno prima quando si fermò a quota - 0,25. Non solo. È notevolmente più alto della media nazionale (-0,26%) ed è il peggiore tra le province campane, racchiuse in un range che va da +0,15 di Napoli e -0,35 di Salerno. Dunque, nel primo trimestre di quest'anno c'è stata un'elevata mortalità di aziende. Hanno chiuso i battenti 968 imprese, ben dieci al giorno. Di contro, le nuove aperture sono state 777. Quindi, il saldo negativo è stato di 191 unità.
Osservando i dati ripartiti per forma giuridica si rileva che a soccombere sono soprattutto le imprese meno strutturate, vale a dire le ditte individuali. Infatti, nei primi tre mesi dell'anno in corso ci sono state per questa tipologia di imprese 719 cessazioni a fronte di 468 nuove iscrizioni. La perdita è stata di 251 unità. Anche tra le società di persone le cessazioni hanno superato le iscrizioni: 98 cessate, contro 28 iscritte. Per le società di capitale, invece, l'andamento è opposto. Le iscrizioni hanno superato le cancellazioni: 258 le prime, 128 le seconde.
Analizzando l'andamento dei diversi settori economici, si riscontra che rispetto a un anno fa c'è un maggior numero di imprese nel comparto agricolo, in quello delle utilities, nel settore ricettivo, nell'immobiliare, nel noleggio e nel leasing, in alcune professioni gestite sotto forma di imprese. Un piccolo boom si è avuto nelle attività riguardanti le lotterie, le scommesse, le case di gioco. Ancora in flessione le imprese manifatturiere, quelle delle costruzioni, il commercio - soprattutto al dettaglio - alcuni servizi nell'ambito delle comunicazioni. Più o meno stabili i comparti del trasporto e quello dei servizi finanziari.
Ecco qualche dettaglio numerico. L'agricoltura conta, al 31 marzo 2017, 11.040 aziende: lo 0,7% in più dell'anno precedente. Un'impresa irpina su quattro, dunque, opera nel comparto agricolo. Il settore manifatturiero è rappresentato da poco più di 4 mila imprese, per buona parte di dimensioni artigianali. In un anno ne ha perse quasi il 2%. Il settore delle utilities (elettricità, acqua,gas, telefonia, gestione rifiuti, ecc.) annovera nella nostra provincia 154 imprese; nell'ultimo anno il loro numero è cresciuto del 9%. Il comparto delle costruzioni è formato da 4.813 imprese; nel raffronto con l'anno scorso ne registra quasi il 3% in meno. Il settore distributivo (commercio all'ingrosso, al minuto, in forma itinerante, grande distribuzione,ecc.) è composto in Irpinia da 10.663 aziende. Complessivamente ha perduto poche decine di imprese, ma il comparto del commercio al dettaglio (6.800 aziende) ha subìto un calo numerico dell'1,3%. Il settore dei trasporti registra 766 imprese; lo stesso numero di un anno fa. Alloggio e ristorazione contano in complesso 2.546 aziende. In un anno sono cresciute di oltre il 3%; una vera esplosione si è avuta nel settore degli alloggi (+9%) grazie anche alla proliferazione dei b&b (bed and breakfast).
Le attività immobiliari (644 imprese iscritte) sono aumentate del 2,7%; gli studi legali, di contabilità e di attività gestionale, studi di architettura e ingegneria, ecc. (911 in totale gestiti sotto forma imprenitoriale) sono lievitati del 3%. In espansione numerica anche le attività riguardanti le lotterie, le scommesse e le case da gioco. Sono una settantina senza contare quelle annesse a esercizi pubblici (bar, ritrovi, circoli,ecc.). In un anno sono aumentate del 6%.