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    03/07/2024

Mercato del lavoro: il 2012 segnerà il record della disoccupazione? Il primo dicembre l’Irpinia scende in piazza

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Economia_cgil-cisl-uil.jpgAVELLINO – Più della metà dei giovani irpini (55%) senza lavoro. Aziende grandi, medie e piccole (Fma, Irisbus, Almec ed altre) ferme o comunque in crisi. Settori in provincia strategici come la forestazione o le opere pubbliche (queste ultime soprattutto nel capoluogo) paralizzati da tempo. La città di Avellino in crisi per la decisione governativa di privarla del ruolo di capoluogo.

Ce n’è quanto basta per rispondere a questo stato di cose con un allarme generale che per Cgil, Cisl ed Uil significa una mobilitazione generale in tutta la provincia il prossimo primo dicembre. Con una consultazione, nei prossimi giorni, di sindaci, operatori economici e rappresentanti di realtà locali (da ricordare le chiusure di tribunali ed ospedali) per predisporre una piattaforma chiara e precisa da sottoporre all’attenzione di politici locali, e soprattutto di Regione  e governo. Il primo dicembre, dunque, come data di avvio della “vertenza Irpinia”. Per una maggior comprensione della crisi che stiamo vivendo, sottoponiamo all’attenzione dei nostri lettori l’articolo del collega Antonio Carrino.

*  *  *

Uno degli aspetti più drammatici della crisi economica che stiamo attraversando è rappresentato dal quadro occupazionale. Molte fabbriche hanno chiuso i battenti. Migliaia i lavoratori che hanno perduto il posto di lavoro. Altre migliaia quelli che usufruiscono della cassa integrazione.

L’ultima rilevazione dell’Istat, riferita al mese di settembre scorso, ha attribuito all’intero Paese un tasso di disoccupazione pari al 10,8%, aumentato di 0,2 punti rispetto ad agosto e di ben 2 punti nei dodici mesi. In media, nel 2011, il tasso di disoccupazione nazionale si assestò sull’8,4%. La provincia di Avellino fece registrare un valore ben più alto, sfiorando il 14%.  Al momento non si conosce nessun dato provinciale riguardante l’anno in corso. L’Istat non pubblica dati disaggregati a livello di provincia riferiti ai singoli trimestri, ma soltanto il dato annuale. Quindi, quello concernente il 2012 lo conosceremo agli inizi del prossimo anno.

Volendo, tuttavia, azzardare una previsione basata sullo scarto consolidato tra le due entità territoriali (Italia 8,4%, Avellino 13,8; quindi una differenza di ben 5,4 punti percentuali) è probabile che la provincia di Avellino toccherà nell’anno che sta per chiudersi un tasso di disoccupazione vicino al 16%. Sarebbe un vero e proprio record negativo giacché per trovare un valore simile occorrerebbe andare indietro di diversi lustri. Ma le statistiche che ci offre con la sua indagine trimestrale il Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e ministero del Lavoro non sono così catastrofiche. L’ultima, riguardante le previsioni per quarto trimestre di quest’anno, pronostica per l’Irpinia una perdita di 110 posti di lavoro, determinata dal saldo tra 990 assunzioni e 1.100 licenziamenti. Il tasso di diminuzione della forza lavoro sarà pari, negli ultimi tre mesi dell’anno, allo 0,2%. A guardare i dati delle altre province, la perdita segnata dalla nostra è tra le più contenute. Basti dire che in Campania la media raggiunge l’1,4%; essa è determinata dalla flessione registrata a Salerno (-3,1%), a Napoli (- 1,3), a Caserta e Benevento (-0,6). In tutto lo stivale sfiora l’1% (per l’esattezza si fermerà allo 0,9). Ma ci sono province dove la situazione occupazionale è assai più grave: vedi Nuoro (dove la flessione balza a -10,8%), Vibo Valentia (-6,4%), Grosseto (-6,1%), Lucca (-4,6%) e Sassari (-4,0).

L’indagine Excelsior precisa che delle quasi mille assunzioni previste nella nostra provincia, il 65% sarà concentrato nel settore dell’industria, edilizia compresa. (Quest’ultima da sola assorbirà un quarto degli ingressi in totale). Il restante 35% si accentrerà nei servizi; tra questi ultimi prevarranno le attività del turismo e della ristorazione che assorbiranno l’11% delle entrate complessive nel mondo del lavoro. La ricerca ha appurato anche che un quarto dei nuovi assunti dovrà essere fornito di laurea o diploma. Ma, nonostante la richiesta di questo requisito, soltanto il 5% delle assunzioni programmate dalle imprese irpine riguarderà i cosiddetti profili high skill, vale a dire dirigenti, specialisti e tecnici. Infatti, guardando alle figure professionali più richieste dagli imprenditori della nostra provincia, si vede che esse sono gli “operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici”, gli “addetti alla gestione dei magazzini e spedizionieri”; i “cuochi e camerieri”; i “conduttori d’impianti nell’industria alimentare”. E’ interessante annotare, poi, che, tenendo conto delle dimensioni dell’impresa che intende assumere, i maggiori movimenti di lavoratori in entrata sono preannunciati in aziende con meno di 50 dipendenti. Le richieste di manodopera favoriranno i giovani? Sembrerebbe proprio di no. Difatti la quota di assunzioni di giovani con meno di 30 anni, raggiunge da noi soltanto il 19%. Ciò perché gl’imprenditori irpini danno notevole rilievo al requisito dell’ “esperienza”, soprattutto nel comparto industriale, dove il 77% delle richieste è condizionato al possesso di tale prerogativa.

Le uscite dal mercato del lavoro sono determinate soprattutto dalla scadenza dei contratti a tempo determinato, poi ci sono i pensionamenti e i  licenziamenti. Il settore che determina la maggiore emorragia è quello manifatturiero.

 

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