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    03/07/2024

Astec, a rischio 100 lavoratori dell’indotto Fiat

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b_300_220_15593462_0___images_stories_screenhunter_33_mar._13_21.11.jpgAVELLINO – La crisi del comparto industriale ed i tagli imposti da Sergio Marchionne, per la ristrutturazione del gruppo Fiat, mietono un’altra vittima tra le aziende irpine, l’Astec. La società, che si occupa di manutenzione e pulizia dei macchinari e si regge con la committenza dello stabilimento dell’Fma di Pratola Serra, non ha visto confermati gli appalti dalla fabbrica automobilistica. Dalla prossima settimana, quindi, saranno a rischio circa 100 posti di lavoro.

A dicembre scorso i vertici dell’Astec avevano preannunciato l’eventualità della chiusura delle attività e gli ultimi mesi del 2011 erano stati caratterizzati da ritardi nell’erogazione dei salari agli operai. Adesso l’ipotesi peggiore sembra prendere corpo. Le organizzazioni sindacali hanno proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori che sono già in cassa integrazione per cessazione dell’attività e potrebbero entrare in mobilità.

Negli scorsi mesi si era aperta una trattativa tra l’Astec e la Fiat per un possibile assorbimento degli addetti della società di servizi direttamente in organico allo stabilimento di Pratola Serra, ma il confronto tra le parti si è interrotto a causa di pendenze nei pagamenti da parte del gruppo torinese. Al momento, quindi, non sembra esserci più nessun paracadute per i lavoratori, se non quello degli ammortizzatori sociali.

I sindacati hanno chiesto agli enti locali, a cominciare dal presidente della Provincia Cosimo Sibilia, l’apertura di un tavolo istituzionale. Una nuova vertenza si apre per l’Irpinia, in una situazione occupazionale sempre più drammatica. La stessa situazione della Fma non sembra offrire sviluppi incoraggianti visto che, dopo le poche giornate di produzione effettuate a marzo, per il mese di aprile sono state calendarizzate soltanto tre giorni di attività. Restano molto forti anche le preoccupazioni per la dislocazione della produzione dei nuovi motori Fiat, che potrebbero essere dirottati fuori dall’Italia, probabilmente in Russia. Si tratterebbe di un ulteriore duro colpo per le maestranze dello stabilimento irpino.

 

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