AVELLINO – Secondo i demografi, il lockdown imposto dal Covid-19 avrà ripercussioni sulla natalità. Bocciata dai più la previsione che per la fine di quest’anno ci sarà un baby-boom dovuto al lungo periodo di isolamento che ha costretto le coppie a una convivenza “più intensa”, la maggior parte degli statistici ipotizza un netto calo delle nascite. A determinarlo – affermano - la paura di mettere al mondo bambini in un periodo di grosse incertezze non soltanto dal punto di vista sanitario ma soprattutto da quello economico.
È crollato il Pil, è diminuita la produzione industriale, è cresciuto il numero di disoccupati e migliaia di famiglie vivono in un grave stato d’indigenza. Secondo l’Istat, a livello nazionale, dai 435 mila nati del 2019 si dovrebbe scendere a 426mila alla fine dell’anno in corso, per precipitare sotto le 400 mila nascite nel 2021. Quindi, il quoziente di natalità (vale a dire il numero di nati in un anno, rapportato agli abitanti residenti), già in costante flessione (è passato dal 10 per mille di inizio millennio, al 9,5 del 2010 per scendere al 7,6 del 2017 e al 7,3 nel 2019) potrebbe scivolare sotto il 7 per mille.
Viene da chiedersi che cosa accadrà nella nostra provincia che tra le consorelle italiane naviga, per numero di nascite, nei bassifondi della scala nazionale. L’Irpinia a partire dal 2018 già conta meno di 7 nati per mille abitanti: per l’esattezza 6,9; con questo valore si colloca per mezzo punto sotto la media nazionale e per circa un punto e mezzo sotto quella regionale (in provincia di Napoli si tocca l’8,7 per mille, a Caserta l’8,6, a Salerno il 7,7 e a Benevento lo stesso valore dell’Irpinia). Il nostro tasso di natalità è nettamente inferiore anche alla media dell’intero Mezzogiorno, pari al 7,4 per mille.
Le nascite in provincia di Avellino dall’inizio di questo millennio sono diminuite di quasi un terzo. Nel 2000 le anagrafi dei nostri Comuni registravano complessivamente circa 4 mila neonati; l’anno scorso ne hanno annotati 2.800. Se la flessione della natalità si assesterà sulla stessa percentuale ipotizzata a livello nazionale, Avellino dovrebbe registrare altre 300 culle in meno, toccando quota 2.500 nascite. Poiché il numero di morti supera le 4.500 unità, l’Irpinia subirà una decrescita naturale di quasi il 5 per mille; se, poi, anche il movimento migratorio sarà di segno negativo (come si è verificato da qualche anno a questa parte) vedremo flettere ulteriormente il numero degli abitanti che potrebbero scendere sotto i 415 mila. Infatti, gli ultimi dati provvisori dell’Istat attribuiscono all’Irpinia 414.600 residenti. Un numero così basso non si registrava dagli anni Venti del secolo scorso.