AVELLINO – L’Italia ha valicato la tragica soglia dei centomila morti da coronavirus, una cifra spaventosa tra le più alte fra tutti i Paesi del mondo. Proprio nei giorni scorsi è stato pubblicato il quinto rapporto prodotto congiuntamente dall’Istituto nazionale di statistica (Istat) e dall’Istituto superiore di sanità (Iss), contenente un’analisi della mortalità dell’anno 2020 per il complesso dei decessi e per il sottoinsieme dei soggetti deceduti per Covid-19.
Lo studio fa anche il punto sulle principali caratteristiche dell’epidemia e sugli effetti sulla mortalità totale, distinguendo tra la prima (febbraio-maggio 2020) e la seconda (ottobre-gennaio 2021) ondata epidemica. Dal report si rileva che da febbraio al 31 dicembre 2020 sono stati registrati in tutto lo stivale 75.891 decessi per Covid-19. I morti in totale per il complesso delle cause di mortalità sono stati 746.146. Il numero più alto mai registrato nel nostro Paese dal secondo dopoguerra, affermano i ricercatori di Istat e Iss. Oltre 100 mila (per la precisione 100.526 ) morti in più rispetto alla media dei decessi registrati nel quinquennio 2015-2019. In valori percentuali, l’aumento è stato del 15,6%. L’eccesso di 100.526 decessi sale addirittura a 108.178 unità se si considera che nei mesi di gennaio e febbraio 2020 (quando la pandemia non era ancora iniziata giacché i primi decessi di persone positive al Covid-19 risalgono all’ultima settimana di febbraio) si erano contati ben 7.600 morti in meno rispetto alla media dei quinquennio precedente.
Questi i dati nazionali. Che cosa è accaduto nella nostra provincia? Dalle tavole contenute nel rapporto si riscontra che in Irpinia i morti - per tutte le cause - nell’anno 2020 sono stati 5.384. Nel quinquennio precedente, la media annuale di decessi si fermava a quota 4.855; quindi, rispetto a tale media c’è stato un aumento di decessi di 529 morti; in valori percentuali il 10,9% in più. Aliquota, questa, inferiore di quasi 5 punti rispetto alla media nazionale, ma decisamente alta se rapportata alle altre circoscrizioni campane. A Napoli, infatti, si ferma al 9%, a Caserta all’8,2, a Benevento al 2,6 e a Salerno all’1,1%. Giusto per dare un quadro più completo è il caso di aggiungere che in alcune province del nord (dove la pandemia esplose in modo impetuoso) l’eccesso di mortalità è stato del 60,6% a Bergamo, del 52,7% a Cremona e del 46,7% a Lodi, per fermarci alle prime tre circoscrizioni di questa tragica graduatoria. Di contro, le percentuali più basse s’incrociano a Caltanissetta e Salerno (+1,1%) e Catanzaro (+0,3).
Fin qui i morti in totale. Per il solo Covid-19, nell’anno 2020, sono stati conteggiati 206 decessi nella nostra provincia, 2.133 a Napoli, 596 a Caserta, 356 a Salerno e 156 a Benevento. In Irpinia, sul totale dei decessi, i morti per Covid-19 hanno inciso per il 3,8%. Questa percentuale è tra le più basse del Paese. La media nazionale raggiunge il 10,2%; in Campania si sale dal 3,1% di Salerno al 7,1 di Napoli, passando per il 6,7 di Caserta e il 4,5% di Benevento. Le percentuali più alte d’Italia (tutte superiori al 20%) si registrano a Lodi, Piacenza e Aosta. Le più basse (intorno al 2%) in Calabria, in particolare a Vibo Valentia, Reggio Calabria e Catanzaro.
Facendo il rapporto tra morti per Coronavirus e abitanti si hanno i seguenti valori: media nazionale 127 morti ogni 100mila abitanti; province con oltre 350 morti per 100 mila residenti: Piacenza, Lodi e Cremona. Province con meno di 30 deceduti per Covid-19 ogni 100 mila abitanti: Crotone, Lecce, Vibo Valentia, Catanzaro e Reggio Calabria. Province campane: Napoli 70, Caserta 65, Benevento 57, Avellino 50, Salerno 33.
Questi i dati concernenti l’anno 2020. Purtroppo, però, il trend dei primi mesi dell’anno in corso non è incoraggiante. È in atto una terza ondata della pandemia, dicono gli esperti; per fermarla occorre accelerare i tempi delle vaccinazioni.
