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    03/07/2024

Irpinia: emergenza Covid e nati-mortalità imprenditoriale

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Economia_movimprese.jpgAVELLINO – È delle ultime ore la notizia che il Pil (prodotto interno lordo)  è aumentato  in Italia, nell’anno appena finito, del 6,4% rispetto al 2020. La crescita certificata dall’Istat è di tutto rispetto, considerati i danni causati dalla pandemia da coronavirus. Il miglioramento dell’andamento economico, limitato ad alcuni settori, trova un riscontro nei dati sulla nascita di nuove imprese, pur se non sono stati riagguantati i valori segnati prima della pandemia. Infatti, dalle statistiche  di  Movimprese – l’analisi trimestrale  realizzata da Unioncamere e InfoCamere sui dati del registro delle imprese tenuto dalle Camere di commercio – emerge che il 2021 è stato caratterizzato da un  ritrovato slancio di buona parte delle attività imprenditoriali; le quali, tra gennaio e dicembre, hanno fatto registrare in tutto il Paese 332.596 nuove iscrizioni (il 14% in più rispetto all’anno precedente), anno in cui si ebbe una brusca frenata causata dal lockdown e dalla fase acuta dell’emergenza Covid.

Nonostante il citato rimbalzo della natalità, l’apparato imprenditoriale non ha recuperato per intero i ritmi che aveva prima della pandemia; rispetto al 2019, infatti, si sono registrate ben 20mila aperture in meno. Se, poi,  il confronto viene effettuato con la media del decennio ante-Covid, la nuova natalità imprenditoriale subisce un calo addirittura di circa 50 mila unità.

Alla diminuita natalità di imprese, non si è accompagnato il temuto aumento delle cessazioni di attività. Unioncamere fa notare che “le 246mila cessazioni rilevate tra gennaio e dicembre dello scorso anno costituiscono il valore più basso degli ultimi quindici anni, persino più contenuto di quello già record registrato nel 2020”. Tale andamento, secondo alcuni osservatori,  si spiega con la circostanza che molte aziende, pur avendo di fatto abbassato per sempre le saracinesche a causa della pandemia, formalmente restano ancora iscritte nel registro delle imprese, in attesa dei  “ristori” stanziati dal governo.

Se questa è la fotografia scattata sull’intera penisola, vediamo qualche dettaglio riguardante la nostra provincia. L’andamento della nati-mortalità imprenditoriale in Irpinia è abbastanza simile a quello annotato per tutto il Paese. Da noi, nel 2021, hanno aperto i battenti  2.066 nuove imprese, il 3% in più dell’anno prima, ma il 7% in meno del 2019. Le cessazioni di attività sono state appena 1.503, contro le 1.928 del 2020 e le 2.287 del 2019. Di conseguenza il “tasso di crescita” imprenditoriale (dato dal rapporto tra il saldo fra iscrizioni e cancellazioni e lo stock di imprese esistenti) è balzato nel 2021 all’1,34%. In parole semplici, c’è stato un aumento di un’impresa per ogni 100 esistenti.

Tale valore è uno dei più alti realizzati nell’ultimo decennio sul territorio irpino. È probabile, però, che esso, gonfiato dalle ridotte cessazioni, si afflosci allorquando molte imprese, incassati gli attesi ristori, formalizzeranno la cessazione dell’attività,  cancellandosi dal registro delle imprese.

 

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