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    03/07/2024

La città di Avellino e lo sviluppo urbanistico

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Economia_censimento_istat_2011.jpgAVELLINO – Anche se è trascorso più d’un anno e mezzo dalla data di riferimento dell’ultimo censimento generale della popolazione e delle abitazioni (9 ottobre 2011) non sono ancora disponibili le principali statistiche sul patrimonio abitativo dei singoli Comuni. L’unico dato reso noto dall’Istat è il numero complessivo (provvisorio) degli alloggi censiti. Non ci sono, al momento, le consuete disaggregazioni tra alloggi di proprietà e in fitto, tra abitazioni occupate e alloggi disponibili; scendendo più in dettaglio, mancano per ora le informazioni sull’epoca di costruzione delle case, i numeri riguardanti le case sfitte a seconda della figura giuridica del proprietario (persona fisica, impresa di costruzione, cooperative, Comuni, ecc.). Elementi, tutti questi, che consentirebbero di scattare una fotografia nitida della situazione abitativa nelle singole aree territoriali.

Ma, si sa, il censimento è un’operazione particolarmente laboriosa che – nonostante la velocizzazione impressa dalle nuove tecnologie – richiede anni per offrire agli utilizzatori un’elaborazione completa della miriade di dati acquisiti. Anzi, questa volta l’Istat con grande celerità ha pubblicato i primi risultati, tra i quali, i dati della popolazione legale che – com’è noto – hanno effetti giuridici, e rappresentano il riferimento ufficiale fino alla successiva rilevazione censuaria.  Avremmo voluto disporre di elementi più esaustivi sulle abitazioni per dare un supporto numerico a quanti nell’attuale campagna elettorale, a proposito dello sviluppo urbanistico del capoluogo, puntano sulla riqualificazione e sulla messa in sicurezza del patrimonio abitativo esistente, in contrapposizione con coloro che, invece, mirano, non apertamente, all’ulteriore cementificazione delle colline che cingono la città. Ma cerchiamo di leggere ciò che emerge dai pochi dati disponibili. L’ultimo censimento ha rilevato ad Avellino città una popolazione di 54.222 residenti, il 2,9% in più della conta precedente, quella del 2001, quando gli abitanti erano 52.703. Lo stesso censimento dice che gli alloggi censiti in città sono stati 21.673 (il dato, lo ripetiamo, è provvisorio e, quindi, suscettibile di modifiche). Rispetto a 10 anni prima, il numero di abitazioni è aumentato del 6,2%; quindi di una percentuale più che doppia rispetto all’incremento della popolazione cittadina. Giusto per fare dei confronti, è il caso di riferire che nell’intera provincia, la cui popolazione nell’arco dell’ultimo decennio è rimasta in sostanza invariata sui 429 mila residenti, il patrimonio abitativo è cresciuto soltanto dell’1,3%; in Campania del 2,4% (a fronte di un incremento di popolazione dell’1,1%); in Italia del 6,5% (ma rispetto a un incremento del numero degli abitanti pari al 4,3%).

Per chi non volesse isolare il dato del capoluogo da quello dei Comuni con esso confinanti – ormai Avellino e il suo hinterland rappresentano una vera e propria conurbazione – aggiungiamo alcune cifre complessive riguardanti la città di Avellino e gli 11 paesi che con essa confinano (Aiello, Atripalda, Capriglia, Contrada, Grottolella, Manocalzati, Mercogliano, Monteforte, Montefredane, Ospedaletto e Summonte). Ebbene, questo insieme di comuni sfiora i 110 mila abitanti, quindi rappresenta un quarto dell’intera popolazione provinciale. Dal 2001 al 2011 in quest’area si è registrata una crescita  demografica del 5,6%. Il numero di alloggi, però, è esploso. Ne sono stati censiti oltre 44 mila: l’8% in più di dieci anni orsono.

Queste poche cifre sembrano suffragare la tesi di quanti sostengono che il nostro patrimonio abitativo è tutt’altro che deficitario. Sicuramente è da riqualificare e da adeguare alle più recenti norme di messa in sicurezza; perseguire il raggiungimento di tale obiettivo di certo potrà rappresentare valido strumento per il rilancio di un settore – l’edilizia – che da noi da troppo tempo è fermo al palo.

 

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