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    22/07/2024

Cig, forte impennata nel mese di marzo

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Economia_inps_riforma.jpgAVELLINO – A gennaio scorso i dati della cassa integrazione avevano fatto sperare in un risveglio, sia pure lieve, della produzione industriale nella nostra provincia giacché le ore richieste presentavano un sostanzioso calo sia rispetto al mese precedente, sia rispetto allo stesso mese d’un anno fa. Ma le statistiche di febbraio avevano raffreddato ogni entusiasmo. La Cig aveva ripreso la corsa. I dati di marzo, attinti dall’apposito osservatorio dell’Istituto nazionale della previdenza sociale, confermano che la crisi morde ancora perché per migliaia di lavoratori le imprese hanno fatto ricorso in misura massiccia a questo ammortizzatore sociale.

Ecco i dati: a gennaio 2012 le ore autorizzate dall’Inps per la provincia di Avellino furono quasi 185 mila, a febbraio 220 mila, a marzo sono balzate ad oltre 321 mila. Qual è stato l’andamento rispetto al resto del Paese? In tutt’Italia a marzo (quasi 100 milioni di ore autorizzate) si è registrato un incremento del 21,6% rispetto a febbraio. In Irpinia l’incremento è stato assai più consistente (+ 46%). Se, però, si guardano i dati complessivi del primo trimestre di quest’anno e si pongono a confronto con quelli del 2011, si può costatare che da noi, contrariamente a quanto si è verificato in tutto lo stivale, dove si è avuto un aumento del 2,1%, si è registrata una forte diminuzione: oltre il 50%. Questo dato non è ritenuto un segnale positivo, anzi ha creato preoccupazione in chi segue le vicende locali del mondo del lavoro. Qui, dice qualcuno, è diminuito il numero dei feriti perché è aumentato quello dei morti. Meno cassintegrati ma più licenziati. E le ultime statistiche dell’Istat sulle forze di lavoro sembrano confermare la tesi dei pessimisti poiché il tasso di disoccupazione in Irpinia, nell’ultimo anno, è salito di oltre due punti percentuali, raggiungendo la preoccupante aliquota del 14%.

Ritornando alle statistiche sulla cassa integrazione, conviene dare una scorsa ai dati disaggregati per le diverse tipologie. Da essi si rileva che da gennaio a marzo di quest’anno la fetta maggiore delle ore integrate (quasi il 42%) ha riguardato la cassa integrazione straordinaria. La quale – conviene ricordarlo – integra o sostituisce la retribuzione dei lavoratori al fine di fronteggiare gravi situazioni occupazionali dovute a ristrutturazione e riorganizzazione aziendale, a dichiarazioni di fallimento o a provvedimenti di liquidazione coatta amministrativa e ad altri eventi aziendali che potrebbero portare a licenziamenti di massa. Le ore di Cig in deroga (28% del totale) ormai uguagliano quelle della Cig ordinaria (quasi il 30% delle ore complessivamente autorizzate), a dimostrazione che anche le imprese un tempo non beneficiarie della cassa integrazione (artigiani, piccole industrie fino a 15 dipendenti, ecc.) attraversano una fase di grande difficoltà.

Se poi, si guarda ai diversi rami dell’attività economica, si può affermare che nella nostra provincia non c’è settore produttivo che non si avvale di quest’ammortizzatore sociale. Sempre riferendoci ai dati del primo trimestre 2012  risulta, infatti, che più dei tre quarti degli interventi (per l’esattezza il 77,2%) hanno riguardato l’industria manifatturiera, il 13,8% l’edilizia, l’8,1% il commercio e quel poco che resta l’artigianato e gli altri comparti. Nell’ambito dell’industria, poi, il 35% delle ore autorizzate è andato al comparto meccanico, il 30% al settore moda (concia e abbigliamento in pelle), il 13% alla lavorazione dei minerali metalliferi (questo ramo di attività è strettamente connesso con l’edilizia, in quanto comprende la produzione di laterizi, conglomerati cementizi, ecc.), il  9% circa al comparto chimico e della plastica, il 6% all’industria metallurgica, il 3% all’installazione di impianti (altro settore legato a doppia mandata all’industria delle costruzioni), il 2% ai trasporti, l’1% all’industria del legno e un’uguale percentuale al comparto alimentare.

 

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