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ROMA – “Un Mezzogiorno a rischio desertificazione industriale dove i consumi non crescono da cinque anni, si continua a emigrare per il Centro-Nord, il tasso di disoccupazione reale supera il 28%, crescono le tasse e si tagliano le spese, ma una famiglia su 7 guadagna meno di mille euro al mese, e in un caso su quattro il rischio povertà resta anche con due stipendi in casa. Secondo la Svimez occorre rilanciare una visione strategica di medio-lungo periodo che veda nella riqualificazione urbana, energie rinnovabili, sviluppo delle aree interne, infrastrutture e logistica i principali drivers dello sviluppo”: dalla fotografia del rapporto Svimez sull’economia del Mezzogiorno 2012 emerge, dunque, una situazione economica “disastrosa”. I parlamentari renziani del Pd Rughetti, Famiglietti, Magorno, Richetti, Faraone, Nardella commentano l’odierna presentazione del rapporto Svimez che afferma "che il Sud è sempre più indietro rispetto al resto del Paese e che la crisi fa più danni nelle regioni più disagiate.”Condividendo in pieno la forte preoccupazione espressa dal capo dello Stato Napolitano  - proseguono i parlamentari - chiediamo una immediata audizione della Svimez in commissione Bilancio in modo che nei prossimi giorni venga calendarizzata in aula una discussione sullo stato dell’economia del Mezzogiorno affinché giunga un invito forte al governo per dare vita ad un serio piano di sviluppo per il Mezzogiorno investendo sulle giovani generazioni e sulle energie positive presenti nella società meridionale. Non si tratta di mettere in campo una riedizione delle politiche straordinarie ed eccezionali. Si tratta invece di lavorare per un vero e proprio piano d'azione, una sorta di legge obiettivo per il mezzo giorno che sia il frutto di programmi operativi e progetti proposti dalle istituzioni territoriali insieme alle forze economiche e sociali, al volontariato e al mondo associativo. Servono norme misurate sulla realtà su cui vanno ad incidere. Non possiamo continuare a gestire in modo uguale situazioni diseguali. Facciamo un danno al Mezzogiorno ma soprattutto al Paese.