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    03/07/2024

Qualità della vita, Irpinia sempre più in basso

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Economia_sole_24.jpgAVELLINO – Scende sempre. Queste due parole le pronunciava, preoccupato, Fosco Lulli in un film di guerra quando, a bordo di un sommergibile colpito da un siluro, stava affondando insieme ai suoi commilitoni. Il titolo della pellicola era, guarda caso,  Lupi nell’abisso. L’accostamento al film non si riferisce alle nostre maggiori espressioni sportive, le squadre di calcio e di basket (giacché l’Avellino si trova in una posizione di classifica insperata prima dell’inizio del campionato e la Sidigas, sia pure deludendo le attese di inizio stagione, naviga, per il momento, in acque tranquille). Ma vale per la qualità della vita. L’Irpinia, secondo l’ormai consolidata classifica de Il Sole-24 Ore, ha perso un altro posto nella graduatoria nazionale. È scesa al 94esimo gradino della scala composta da 107 pioli, tanti quante sono le province italiane. È peggiorata d’una posizione rispetto a un anno fa e, in confronto al 2008, è scesa di ben 10 scalini.

Continua, dunque, a precipitare verso il basso. In Campania peggio degli irpini, stando alla stima del noto quotidiano economico, ci sono i napoletani e i casertani. La provincia partenopea veste addirittura la maglia nera tra le circoscrizioni italiane. Caserta è 103esima avendo perduto in un solo anno 5 posizioni.  Salerno, 93esima, è d’un posto avanti alla nostra provincia. Meglio di tutte tra le consorelle campane si colloca Benevento; i cugini sanniti  hanno risalito altri due pioli, collocandosi all’81esimo posto in questa piramide che vede in vetta la provincia di Trento, affiancata sul podio da Bolzano (che era la prima un anno fa) e Bologna. Le “tappe” - come le chiama il giornale della Confindustria - di questa corsa annuale che porta ad attribuire il trofeo di migliore provincia per qualità della vita sono sei: tenore di vita; affari e lavoro; servizi, ambiente e salute; popolazione; ordine pubblico; tempo libero. L’Irpinia è in posizione di coda in quasi tutte le frazioni. È 102esima nell’ordine di arrivo per affari e lavoro; 101esima nel tempo libero; 96esima per indicatori riguardanti la popolazione; 88esima per tenore di vita; 86esima per i servizi e – unica consolazione – 36esima per sicurezza e ordine pubblico.

Qualche elemento di dettaglio sui parametri presi in esame da Il Sole per compilare la classifica delle singole tappe. Per la prima, il tenore di vita, il giornale tiene conto di 6 indici: la ricchezza prodotta. Avellino, con appena 15 mila euro di reddito pro-capite, è 92esima in Italia. I risparmi: qui ci confermiamo provincia formica giacché l’importo dei depositi per abitante, 18.500 euro circa, ci piazza al 46esimo posto. Le pensioni: con una media di 548 euro al mese, siamo la 101esima provincia della penisola. La variazione dei consumi nell’ultimo biennio (+0,799% ) ci posiziona sul 94esimo scalino. Per tasso d’inflazione siamo addirittura ultimi in Italia, giacché abbiamo spuntato la percentuale di costo della vita più alta del Paese: + 4,46%. Il prezzo a metro quadro di un’abitazione in zona semicentrale (1.200 euro a metro quadro) ci fa guadagnare qualche punto in graduatoria, ponendoci all’ottavo posto.

Nella tappa riguardante il business l’indicatore che ci affossa è quello della propensione ad investire; l’Irpinia è l’ultima provincia in Italia nel rapporto impieghi/depositi. Male anche per il numero di fallimenti dichiarati. Siamo 96esimi, con un tasso di 26 fallimenti ogni mille imprese esistenti. Non bene neppure per occupazione femminile e start-up di imprese innovative: in entrambe le graduatorie ci piazziamo all’88esimo posto. Per qualità dei servizi presenti sul territorio provinciale siamo 98 per asili nido; 92esimi nella velocità della giustizia; 77esimi nella sanità. Ma per clima – chi lo avrebbe detto – la pagella de Il Sole ci assegna il quarto miglior voto tra le 107 province italiane. Tra gl’indicatori demografici i risultati peggiori l’Irpinia li ottiene nel rapporto immigrati su popolazione residente (siamo 90esimi); nel tasso emigratorio (81esimi); nel numero di coppie in crisi (88esimi, poiché da noi si contano 64 divorzi e separazioni ogni 10 mila famiglie); nell’invecchiamento demografico siamo 80esimi (la percentuale di abitanti compresi nella fascia 0-29 anni rispetto alla popolazione totale è diminuita di oltre il 4% nell’ultimo decennio). Nel capitolo degli svaghi gl’irpini sono sempre tra gli ultimi della fila; 98esimi per copertura della banda larga, 97esimi per indice di sportività, elaborato sui dati del Gruppo Clas riguardanti l’intero sistema sportivo della provincia, con particolare riferimento ai parametri sociali (strutture per bambini e disabili); 89esimi per densità di ristoranti e bar rispetto al numero degli abitanti, 87esimi per il non profit, stimato tramite il rapporto volontari/abitanti. In posizione mediana, invece, per presenza di sale cinematografiche (siamo 58esimi) e librerie (65esimi). I dati migliori la provincia di Avellino li ottiene sul fronte della sicurezza e dell’ordine pubblico. È la sesta migliore provincia per scippi, rapine e borseggi; la 21esima per furti negli appartamenti; la 52esima per furti d’auto; la 64esima per truffe e frodi. Ma per numero di estorsioni scende al 91esimo posto.

Insomma la classifica redatta da Il Sole-24 Ore, opinabile fin che si vuole per la scelta di taluni indicatori, dà una fotografia davvero deprimente della nostra Irpinia, una provincia che fino a pochi anni fa, per ridurre la distanza da chi la precedeva, procedeva con passo spedito e disinvolto. Ora, invece, scende sempre, come il sommergibile di Lupi nell’abisso.

 

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